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La molecola semaforo che regola il cancro

Uno studio dell'Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo - Torino - scopre la funzione di una molecola, la Semaforina 3A, che può portare a nuovi successi nelle cure anticancro

L'autorevole rivista americana Journal of Clinical Investigation ha pubblicato i risultati di un importante studio condotto dai IRCC logo ricercatori dell'Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo: sfruttare le proprietà di una molecola, la Semaforina 3A, per ottenere nuovi successi nelle cure anticancro. Si tratta di una importante strada aperta da questa ricerca sperimentale del Centro di Candiolo in collaborazione con l' Università di Torino.

Due ricercatori dell'IRCC, il Dr. Enrico Giraudo e il Dr. Guido Serini, hanno lavorato per quattro anni su animali transgenici, in cui sono stati sviluppati tre tipi di tumori spontanei, quelli che ricalcano più fedelmente ciò che capita nell'uomo.

Su questi tumori, alla cute, al pancreas endocrino e alla cervice uterina, sono state studiate le proprietà della Semaforina 3A, quale molecola essenziale per la progressione della malattia . Questa molecola (il cui nome deriva dal fatto di essere una sorta di semaforo che indirizza il movimento delle cellule) è presente nelle lesioni pre maligne (displasie) e sparisce quando compaiono e si propagano i vasi tumorali (switch angiogenico).

diagnosi per tumori della pelle I ricercatori sono riusciti a ripristinarla e sono giunti a una scoperta: la Semaforina 3A - dice Bussolino - stabilizza la malattia e modifica la struttura dei vasi tumorali, rendendoli simili a quelli presenti nei tessuti sani, cioè normalizzandoli.

Si è accertato che è la prima molecola capace di ripristinare le proprietà fisiologiche e strutturali dei vasi tumorali . La conclusione è importante perchè finora i risultati sull'uomo della terapia anti angiogenetica (che mira a impoverire il tumore di nutrienti e di ossigeno, portandolo alla distruzione) sono stati inferiori alle attese. Una riduzione troppo brusca dell'ossigenazione dei tumori, infatti, comporta la comparsa di nuove mutazioni e favorisce le metastasi.

Si può dire che il tumore si difende dalle strategie messe in atto per "affamarlo", mutando e diventando capace di migrare verso siti ricchi di ossigeno. Ecco perchè è nata la necessità di studiare una via meno aggressiva. La Semaforina 3A riduce moderatamente il numero dei capillari tumorali, non provoca una drastica ipossia e pertanto non facilita il processo metastatico. Il fatto poi che li renda fisiologicamente simili ai vasi normali permette una migliore biodistribuzione e quindi efficacia dei farmaci chemioterapici con una riduzione delle dosi necessarie.

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