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La genetica nel futuro della viticoltura

Con lo studio del DNA e la disponibilità di tecniche genetiche all’avanguardia, oggi è possibile risalire alle lontane origini della vite e prevedere di realizzare la pianta ideale, in grado di dare produzioni di qualità e di difendersi dalle malattie.

Le piante riferibili al genere botanico Vitis hanno fatto la loro comparsa al principio dell’ era terziaria, oltre due milioni di anni or sono, con caratteristiche di morfologia sicuramente diverse dalla specie Vitis vinifera attuale, di cui si hanno testimonianze fossili nel quaternario. A partire dalla preistoria, e quindi in epoca decisamente più recente, l’uomo ha iniziato ad utilizzare i frutti della vite: sparsi in tutta Europa ci sono stati i primi selezionatori inconsapevoli che hanno dato l’avvio ad un progetto di miglioramento genetico grazie al quale la specie oggi coltivata ha una ricchissima variabilità genetica, riconoscibile nelle innumerevoli sottospecie.Grappolo di uva moscato Il livello della ricerca italiana nel settore della genetica della vite è molto elevato, anche se si lamenta ancora uno scarso rapporto tra la conoscenza genetica e l’applicazione pratica dei risultati che essa fornisce. I maggiori passi in avanti si sono fatti grazie ai marcatori molecolari, con i quali è possibile individuare i geni che hanno influenza diretta su caratteri interessanti, come ad esempio sulle capacità di adattamento della pianta a specifiche condizioni di clima e terreno o che possono determinare effetti sulla composizione del mosto. Con questo mezzo, è infatti possibile valutare i risultati del miglioramento genetico per incrocio già partire da una giovane pianta di vite, senza attendere che l’esemplare raggiunga lo stato adulto, con indubbi vantaggi ecomonici.

Nell’ambito dei lavori di ricerca genetica focalizzati sulla vite è da citare il progetto italo-francese VIGNAVitis Genome Analysis - , partito nel gennaio 2006, per lo sviluppo e l’implementazione di piattaforme di analisi genomica avanzata. Al progetto, che si prefigge di concludere la decodificazione di 500 milioni di basi del Dna della vite entro il 2007, partecipano diciassette gruppi di ricerca italiani, che comprendono l’Enea, l’Istituto di tecnologie biomediche del CNR, sei Università, due Istituti del Consiglio per la ricerca in agricoltura Cra. Ciascuno mette a disposizione le proprie competenze per approfondire tre livelli di ricerca tra loro integrabili: la genomica strutturale della vite (sequenza e organizzazione dei nucleotidi), la genomica funzionale (utilizza la genomica strutturale per studiarne le correlazioni con i processi vitali di cellule, tessuti, organi e sistemi della vite) e i progetti applicativi pilota (fanno riferimento al livello precedente per trovare possibili soluzioni di tipo applicativo alle problematiche più diffuse).

Filare di vitigno barbera Tra i partecipanti al progetto VIGNA c’è l’Istituto di genomica applicata Iga, che ha compiti specifici nella esecuzione del sequenziamento, grazie al quale sarà possibile, ad esempio, “utilizzare le conoscenze relative ai fattori genetici coinvolti nella costituzione di un certo profilo aromatico e fare una selezione mirata sulla presenza di tali fattori” (Genomica applicata all’Iga di Udine, L’informatore Agrario 34/2006). L’Iga cura anche la costruzione della mappa fisica di un clone specifico, utilizzando la tecnica del fingerprinting. Ancora sulla vite, l’Istituto lavora alla caratterizzazione molecolare di varietà e cloni, per fornire ai vivaisti una carta d’identità delle proprie produzioni, e si occupa inoltre di mettere a punto nuove varietà, mediante le tecniche di incrocio e selezione assistita, resistenti alle malattie.

Nel campo della ricerca genetica sulla vite da segnalare inoltre l’importante contributo offerto dal 1990 dall’Istituto agrario di San Michele all’Adige Iasma, che ha partecipato a ricerche condotte a livello internazionale, come il programma europeo per la conservazione delle risorse genetiche della vite, e sviluppato progetti particolarmente innovativi, come la ricostruzione virtuale di 19 cromosomi che costituiscono il genoma della specie.

Per approfondimenti su

Progetto VIGNA: http://www.vitisgenome.it/

Istituto genomica applicata : http://www.appliedgenomics.org/press2.php

Istituto Agrario di san Michele all’Adige : http://www.iasma.it/sperimentazione_context.jsp?ID_LINK=1409&area=6

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