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La Biodiversità trova casa a Padova

Inaugurato il nuovo Giardino della Biodiversità, modernissimo ampliamento dello storico Orto Botanico di Padova

E’ stato ufficialmente inaugurato “Il Gardino della Bodiversità” dello storico Orto Botanico di Padova, un’area di 15.000 mq annessa al vecchio orto, nella quale è stato articolato un percorso di tutti i climi e le vegetazioni del mondo in cinque serre inserite in una galleria di vetro e acciaio.orto botanico padova

L’Orto Botanico di Padova fu istituito nel 1545 per la coltivazione delle piante medicinali e nel corso degli anni è stato continuamente arricchito di piante provenienti da varie parti del mondo, confermando così la fama dell’Ateneo padovano e la sua influenza a livello internazionale, che ha portato, tra le altre cose, all’inserimento dell’Orto nei patrimoni dell’Unesco.

Ma dopo oltre 450 anni di vita l’orto più antico del mondo aveva bisogno di essere rinnovato per unire alla tradizione innovazione e teconologia.

E’ così che l’Università di Padova ha bandito un concorso internazione che ha visto vincere l’architetto Giorgio Strapazzon con un ambizioso progetto con il quale sono stati raggiunti importanti obiettivi: la salvaguardia del sito storico e l’utilizzo, in chiave moderna, dell’area acquisita pochi anni prima a sud dell’Orto.

L’ampliamento, realizzato in appena tre anni, si articola in tre percorsi diversi: “La pianta e l'ambiente”, “La pianta e l'uomo”, e “La pianta nello spazio”.

La pianta e l’ambiente. La sezione accoglie oltre 1300 specie vegetali ripartite in aree che simulano diverse condizioni climatiche: quello della foresta pluviale tropicale, della foresta tropicale subumida e savana, il clima temperato e mediterraneo, il clima arido, la tundra artica, tundra alpina e Antartide.orto botanico padova serre

La pianta e l’uomo: tramite pannelli, filmati, exhibit interattivi viene esaminato il rapporto tra vegetazione e uomo e i danni che quest’ultimo ha portato alla biodiversità.

La Piantae lo Spazio. Il terzo percorso illustra le capacità delle piante di crescere in ambienti estremi e molto particolari (come quello di una stazione spaziale) e la necessità di utilizzare la scienza e la tecnologia per combattere la perdita di biodiversità.

Tema ricorrente del progetto è quello dell’acqua in memoria del paesaggio di un tempo in cui i campi erano solcati da canali di irrigazione. Le fasce climatiche a cui appartengono i diversi gruppi di piante sono separate tra loro dall’acqua, ed è inoltre presente una successione di vasche, disposte a cascata su livelli diversi, che convogliano l’acqua piovana raccolta dalla superficie dei tetti delle serre e utilizzata per l’irrigazione.

Il progetto è costato 23 milioni di euro, incredibile in un periodo di tagli alla cultura come questo, ma i responsabili dell’orto contano di coprire parte delle spese con i biglietti di ingresso e altre attività.

Il valore culturale supera comunque quello economico: qui troverà posto anche un centro di ricerca con la «banca» che conserva i semi a rischio di estinzione e attiva programmi di scambio con altri 800 orti botanici. L’Orto Botanico di Padova continuerà così a mantenere il suo rilevante ruolo a livello internazionale proponendosi come uno dei poli della ricerca botanica internazionale nel settore della biodiversità.

 

 

 

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