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L'Orto Botanico di Torino

Con la bella stagione consigliamo una tranquilla passeggiata all'orto botanico di Torino, uno dei più antichi e prestigiosi d'Italia.

 

Scorcio dell'Orto Botanico di TorinoCon la primavera, il 14 aprile, riapre, purtroppo solo il sabato, la domenica e i giorni festivi, un angolo di Torino dove è possibile farsi guidare, passeggiando in un ambiente rigogliosamente verde e fiorito, alla conoscenza del mondo della botanica.

Stiamo parlando dell'Orto Botanico di Torino, risalente al 1729, quando Vittorio Amedeo II istituì la cattedra di Botanica (ma l'insegnamento di materie botaniche era già presente in città fin dal 1560). Fin dagli inizi nell'Orto Botanico furono coltivate piante medicinali per il corso di Materia Medica (come veniva chiamata allora la farmacologia). In seguito il giardino ospitò, oltre alle piante spontanee raccolte in Piemonte, anche specie coltivate ottenute in scambio con analoghe istituzioni di tutta Europa. Dopo il 1870 venne costruito l'attuale edificio che, dopo ripetuti ampliamenti, è sede di Laboratori ed Aule.

Nel 1894 nacque l'arboreto, e l'Orto raggiunse un'estensione di 30.000 mq. L'Orto Botanico ha sede in città, sulle sponde del Po, sovrastato dalle colline. L'Erbario, sempre conservato presso il Dipartimento di Biologia Vegetale, è ordinato secondo una classificazione che risale all'Ottocento: le collezioni sono riunite su base sistematica e suddivise con criterio geografico in due sezioni, l'Herbarium Pedemontanum e l'Herbarium Generale. L'Erbario dell'Università di Torino è incluso tra le sei sedi italiane di maggiore importanza per contenuti e consistenza delle collezioni (circa 1.000.000 di esemplari).

Come per tutte le istituzioni scientifiche, struttura e funzione degli Orti sono in continuo mutamento a seconda delle esigenze del contesto sociale e culturale di cui fanno parte. La didattica rimane certamente una funzione prioritaria, ma a fronte della semplice esposizione di specie della flora locale, si cerca oggi di inserire nelle aiuole dedicate alle singole famiglie non entità che comunque vi appartengano , bensì quelle che presentano i più significativi caratteri per lo studio sistematico e per le valutazioni tassonomiche (ad esempio che presentano quei caratteri che determinano la suddivisione di una famiglia in sottofamiglie o in taxa di ordine inferiore). In questo modo pur cercando di mantenere l'ostensione di specie utili e di curiosità esotiche, si offrono altri parametri di studio, di primaria attualità scientifica.

Orto botanico Torino - Vista con CastelloSu questa linea sono state realizzate le aiuole delle Peoniaceae e delle Ranunculaceae ed anno per anno si provvederà a reinterpretare le più importanti famiglie. La priorità sarà data alle Compositae ed alle Labiatae.

Accanto alle tradizionali collezioni sistematiche ed a quelle di specie medicinali, sono allestite speciali collezioni tematiche (ad esempio Mentha, Artemisia, alcuni gruppi di piante succulente come Aizoaceae, Euphorbiaceae, Cactaceae epifite) che forniscono il materiale di base per ricerche chemotassonomiche, di biologia molecolare e microscopia eletronica in atto nei  laboratori.

Queste metodiche sono oggi indispensabili per chiarire problemi tassonomici e filogenetici particolarmente complessi. I risultati vengono illustrati al visitatore dell'Orto in termini semplici e comprensibili, tali da consentire a tutti di "vedere" quanto di nuovo i progressi della ricerca scientifica permettono di ottenere. Il genere Mentha è particolarmente studiato per il suo interesse economico e per la varietà di composti che ciascuna cultivar è in grado si produrre in maggiore o minore quantità, rispondendo alle richieste del mercato.

Nell'Orto Botanico non manca il "boschetto" un'area nella quale grandi esemplari piantumati nell'800 (Carya, Pterocarya, Zelkova, Pseudotsuga, ecc.) insieme ad altri di recente impianto (Taxodium, Sciadopitys, Sequoiadendron , ecc.) sono rivisitati in chiave storica, lungo un itinerario che illustra il succedersi di essenze forestali dal terziario ad oggi.

Un altro importante compito che oggi deve svolgere un Orto Botanico è il mantenimento della biodiversità. Si cerca cioè di garantire il mantenimento, in un ambiente protetto, della somma della varietà degli organismi vegetali presenti sulla terra, frutto della lenta evoluzione svoltasi nelle ere geologiche, che costituiscono almeno 400 milioni di anni di lavoro della natura.
Per la pesante pressione antropica che, soprattutto in questo secolo, si è esercitata su tutto il pianeta, modificando ambienti e parametri ecologici fondamentali, avvengono con continuità grandi "disastri", come la prograssiva distruzione delle foreste pluviali, e "piccoli disastri" che, anche se molto meno enfatizzati, minacciano costantemente l'ambiente nella sua totalità.

Piante grasse presenti all'Orto BotanicoNell'ambito del programma di mantenimento della biodiversita "ex situ", l'Orto di Torino, che aderisce al Botanic Garden Conservation International, é impegnato in progetti specifici riguardanti Bromeliaceae epifite ed alcuni generi di Cactaceae, tra cui il genere Sud-americano Gymnocalycium, del quale è in corso una completa revisione tassonomica. Tenendo inotre presente che molte delle specie in via di estinzione mantenute ex situ presentano un patrimonio genetico piuttosto uniforme, poichè il materiale coltivato proviene spesso da uno o pochi individui originari che non possono quindi rappresentare il complesso genetico di una popolazione, nelle serre  dell'Orto si cerca di avere campioni di provenienza diversa effettuando scambi con altri Centri di raccolta mondiali; tra questi i più importanti sono i Kew Gardens, gli Orti Botanici di Heidelberg e Bonn, la Sukkulentensammlung di Zurigo e l'Istituto Darwinion di S. Isidro (Argentina).

In tal modo si tenta di collezionare una selezione di individui che contenga un'alta percentuale del pool genetico della specie in esame. In questo modo, oltre alla sua salvaguardia in senso lato, si prospetta anche l'ipotesi di un'efficace reintroduzione nell'ambiente di origine di indivudui con sufficiente variabilità genetica.
  

 

 

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