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L'importanza della comunicazione medico-paziente anziano

I medici devono saper parlare nel modo corretto con i pazienti più anziani. L'università di Torino è attiva su questo fronte con due progetti all'avanguardia in Italia.

Visitare e prescrivere farmaci non basta: per assistere fino in fondo i pazienti più anziani, i geriatri e gli altri specialisti che si occupano di patologie degli anziani devono imparare le tecniche più avanzate di comunicazione efficace con i loro assistiti al fine di formulare le più corrette diagnosi del dolore.

Comunicazione medico e anziano 1Ecco quindi evidenziata la necessità di un corso specialistico per supportare i medici in questo senso.  L’iniziativa, dal carattere particolarmente innovativo e con un marcato sfondo etico-sociale, è denominata “Progetto Come”.

‘Come’ è una campagna itinerante, partita da Brescia nel  maggio 2012, che in 13 tappe insegna agli specialisti di diverse branche mediche le più aggiornate tecniche di comunicazione, per comprendere il dolore geriatrico e stimolare il paziente a raccontare il proprio sintomo, partecipando attivamente alla terapia.   A Torino è approdata lo scorso settembre.

Il corso affronta e risolve uno dei punti più critici nel rapporto con pazienti in età avanzata: la difficoltà che la maggior parte degli anziani incontra nel rappresentare al medico le proprie sofferenze. Il problema è estremamente diffuso, anche perché l'80% degli ultrasessantacinquenni soffre di dolore e l'Italia è la seconda nazione più anziana d’Europa.

I partecipanti vengono aggiornati sui due aspetti principali delle terapie antalgiche per i pazienti anziani: innanzitutto una comunicazione efficace tra lo specialista e il paziente ormai attempato, che deve tendere in primo luogo a sconfiggere la rassegnazione che spesso gli anziani manifestano nei confronti del dolore, perché questo sintomo può essere controllato anche nella terza età. Ma il dolore si può combattere, ed ecco il secondo tema della formazione, purché i geriatri siano in grado di farlo con la terapia appropriata.

Lo specialista, quindi, deve rassicurare il paziente anche circa gli effetti collaterali dei farmaci: lo farà senz’altro attraverso una corretta comunicazione su questo punto, ma poi dovrà essere in grado di tenere il suo assistito al riparo da questi effetti indesiderati, nonché dai rischi d’interazione tra le troppe medicine che gli anziani sono sovente costretti ad assumere. I profili farmacologici del trattamento del dolore nel paziente anziano costituiscono infatti uno dei temi centrali degli incontri del Progetto ‘Come’.

Comunicazione medico e anzianoInoltre, come ricordato dal professor Giancarlo Isaia, Direttore della Struttura Complessa di geriatria e malattie metaboliche dell’osso dell’Azienda Ospedaliera “Città della Salute e della Scienza” di Torino, nonché Responsabile Scientifico della giornata ‘Come’ nella nostra città,  l’Università di Torino ha già avuto modo di dimostrarsi particolarmente sensibile alla problematica della comunicazione efficace medico-paziente.

La nostra università, infatti, è stata la prima in Italia a inaugurare il corso ‘Adotta un paziente’: un’intera classe di studenti del sesto anno è stata invitata, attraverso un apposito corso istituzionale, a recarsi presso il luogo di degenza dei pazienti, per instaurare con loro un dialogo, per prendersi cura del malato, nel senso più profondo dell’espressione, stringendo con lui un rapporto spesso più efficace di tante terapie.

Imprescindibile, naturalmente, anche il versante teorico di questa iniziativa: i ragazzi hanno ricevuto in aula una formazione specifica su metodi e tecniche di comunicazione efficace, quindi una materia di studio perfettamente integrata all’oggetto della formazione itinerante promossa dal Progetto ‘Come’”.

 

 

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