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L’edilizia ecosostenibile e l’energia eolica contro i cambiamenti climatici

Un convegno promosso dall’Università del Piemonte orientale ad Alessandria ha offerto spunti interessanti per scongiurare la catastrofe ambientale generata dall’incremento dei gas serra nell’atmosfera.

pozzo petrolio a terra 2 Per quanto desolante, occorre prendere atto che allo stato attuale delle conoscenze non c’è una fonte energetica davvero “alternativa” ai combustibili fossili (petrolio, gas naturale e carbone), che oggi soddisfano l’85% della domanda energetica mondiale. Una volta chiarito che la soluzione non può essere l’idrogeno, perché è solo un vettore che richiede a sua volta energia per essere prodotto, la strategia da seguire va articolata su più fronti contemporaneamente: aumentare l’efficienza, ridurre gli sprechi e puntare sulle energie rinnovabili (eolica e solare in primo luogo, ma anche idroelettrica, geotermica, da biogas). A queste tematiche l’Università del Piemonte orientale di Alessandria ha dedicato un convegno, il 23 aprile scorso, a cui hanno partecipato decine di esperti in ambito tecnico, imprenditoriale e istituzionale.

condominio in ristrutturazione Alcune delle riflessioni più interessanti hanno riguardato i consumi per la gestione degli edifici civili, che rappresentano circa il 40 per cento della domanda energetica europea e si collocano al primo posto tra i principali responsabili dell’effetto serra, prima ancora dei trasporti e dell’industria. Le case italiane consumano in media 20 litri di gasolio per metro quadro all’anno: uno sproposito, se paragonato alle costruzioni energeticamente efficienti che ne richiedono 5, 3 o addirittura 1 litro all’anno. Eppure i più continuano a ignorare anche solo l’esistenza di soluzioni semplici e accessibili per il risparmio energetico in edilizia. Sicché, ha spiegato l’architetto Martino Roatta che dal 1998 si occupa di costruzioni ad alta efficienza energetica per il contenimento dei consumi, «nessuno oggi comprerebbe una Fiat 127 usata, perché non potrebbe circolare in gran parte delle città a causa delle restrizioni imposte ai veicoli non “ecologici”, ma quasi tutti sono disposti ad acquistare una casa degli anni Settanta che inquina e consuma 20 litri di gasolio per metro quadro all’anno».

In realtà, ha commentato l’architetto, «a prescindere dall’impiego di impianti meccanici tecnologicamente avanzati, è possibile incrementare in modo rilevante l’efficienza energetica di qualsiasi edificio (anche quelli più vecchi) procedendo a un buon isolamento termico, che garantisce ambienti caldi in inverno ed evita il surriscaldamento nei mesi estivi, e compiendo un’accurata scelta dei serramenti, con vetri isolanti a tre strati». Per le case di nuova costruzione sono altrettanto importanti le caratteristiche geometriche dell’involucro (una casa compatta, senza la presenza di sporgenze, riduce la dispersione del calore) e l’esposizione delle stanze: il soggiorno e la cucina, ad esempio, devono essere orientati a sud e avere grandi vetrate per “catturare” la maggior luce solare possibile durante i mesi invernali e garantire al contempo un adeguato comfort abitativo. «Semplici accorgimenti progettuali», ha concluso Roatta, «che hanno permesso negli ultimi anni di attribuire all’impianto di riscaldamento un ruolo sempre più secondario nella costruzione della casa».

aquilone Ancora più sorprendenti le prospettive legate alle energie “alternative”, in particolare quella eolica. «Le fonti di energia rinnovabile sono disponibili in forma molto diluita nel tempo e nello spazio e ciò costituisce un grande svantaggio rispetto alla grande concentrazione energetica dei giacimenti di petrolio», ha esordito l’ingegner Mario Milanese, docente al Politecnico di Torino e responsabile di Modelway, azienda nata dalle costole del Politecnico presso l’Incubatore delle imprese innovative. «Gli esperti concordano nel ritenere che le rinnovabili potranno coprire al massimo il 20 per cento delle forniture globali entro il 2020. Ebbene il progetto “KiteGen”, messo a punto da Politecnico di Torino, Regione Piemonte, Modelway e Sequoia automation di Chieri (To) per concentrare su un unico impianto imponenti quantità di energia eolica, potrebbe avere un impatto così alto da costituire la base per un’autentica rivoluzione nella fornitura di energia, destinata ad alterare le quote di produzione a favore delle energie rinnovabili». Come? «Con degli aquiloni (kites) che raccolgono il vento a grande altezza per far girare un carosello a terra, connesso a un generatore (generator)».

KiteGen Gli aquiloni del KiteGen, che hanno una superficie di decine di metri quadrati, sono manovrabili da terra con una coppia di funi che consente di controllarne la direzione di volo e l’assetto rispetto al vento. In presenza di venti tesi (nella troposfera, a 500-1.000 metri di quota, sono tipicamente costanti e potenti) un singolo aquilone è in grado di esercitare una forza di trazione che può arrivare a centinaia di kiloNewton, navigando a velocità superiori ai 300 km/h. A regime, tutti gli aquiloni del carosello sono in volo guidato (tramite sofisticati sensori e software), in modo da portare la giostra sottostante alla velocità di rotazione desiderata. La dimensione massima raggiungibile per un simile impianto è di 5 mila MW, l’equivalente di cinque centrali nucleari. «Il costo dell’energia così prodotta è di 30 volte inferiore rispetto alle fonti fossili, senza contare la drastica riduzione dell’impatto ambientale», ha concluso Milanese. «È una grande sfida, ma se la realtà corrisponderà alle promesse, potremmo essere di fronte a una vera rivoluzione energetica».

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