L'agricoltura dispone di diversi strumenti per difendere le colture dai parassiti. Tra questi, i sistemi di lotta integrata prevedono il ricorso a tecnologie con basso impatto ambientale, elevata efficacia, costi contenuti. Per la loro applicazione si fa ricorso alla lotta biologica, che prevede l'utilizzo di alcune specie di insetti, che prendono il nome di ausiliari.
L'azione degli ausiliari, totalmente compatibile con l'ambiente, viene guidata dagli operatori agricoli, che devono "dosarla" in relazione alle condizioni climatiche e allo stato fitosanitario delle colture . Una stagione umida, per esempio, comporta uno sviluppo di parassiti diverso rispetto ad una stagione più secca, ma condiziona anche la sopravvivenza, e quindi l'efficacia, dei predatori o degli antagonisti naturali dei parassiti.
Cambia anche il numero di insetti utili utilizzati: può variare da alcune migliaia per ettaro per alcune specie e arrivare a parecchie centinaia di migliaia per altre. Non solo. In funzione delle necessità, si può utilizzare una sola specie o diverse, che, agendo in modo complementare, garantiscono la maggiore efficacia.
Il solo uso degli insetti utili a volte non è sufficiente nella lotta ad un parassita ed occorre integrare l'intervento con l'uso di trattamenti chimici, che naturalmente devono essere sufficientemente selettivi e non agire sugli ausiliari.
Approfondite conoscenze tecniche sono alla base di questo tipo di lotta, che trae i maggiori benefici quando le istituzioni promuovono piani di azione mirati a ridurre sul territorio di competenza l'uso di principi attivi. La Danimarca, con una campagna volta ad abbattere della metà i quantitativi di pesticidi usati in agricoltura, ha ottenuto il netto apprezzamento nei confronti della lotta ai parassiti con mezzi biologici, come gli insetti, o con tecniche alternative, a basso impatto ambientale.
Un esempio di insetto ausiliario è l'Anthocoris nemoralis, di piccole dimensioni, si ciba di altri insetti ed acari. Immobilizza i suoi nemici grazie all'uso di saliva particolarmente tossica che li paralizza. Vive a spese di insetti dannosi per le piante domestiche, come il Liothrips oleae, che, con generazioni successive nel corso della stessa stagione, è un temuto parassita dell'olivo in tutta l'area mediterranea.
Attacca anche un altro parassita dell'olivo, l'Euphyllura olivina, agente del cosiddetto "cotonello dell'olivo", malattia che si manifesta con un'ingente produzione di cera a fiocchi, sintomo della presenza delle numerose colonie del parassita negli stadi giovanili.