E’ stato inaugurato da pochi giorni in Sardegna, a circa 35 km da Cagliari, nel comune di San Basilio, un imponente impianto scientifico, il Sardinia Radio Telescope (SRT).
Un momento storico per l'astrofisica italiana, poichè si tratta del radiotelescopio più grande in Europa e secondo nel mondo, con una parabola orientabile del diametro di 64 m, un'altezza di circa 70m, per un peso complessivo di tremila tonnellate.
Il progetto, iniziato nel 2006, è costato circa 60 milioni di euro ed è stato finanziato principalmente dal Ministero dell’Istruzione, dall’Agenzia spaziale italiana e dalla regione Sardegna ed è gestito dall’Istituto Nazionale di Astrofisica.
L’SRT è un gigante che può operare in quattro diverse posizioni focali e può coprire frequenze comprese tra 300 Mhz e 100 GHz, captando sorgenti radio provenienti dall’Universo e fungendo da collegamentoradio con sonde interplanetarie in viaggio nello spazio profondo.
Inoltre, per ottimizzare le osservazioni, la superficie dell'antenna del radiotelescopio è formata da oltre mille panelli di alluminio, che possono essere riposizionati per compensare deformazioni indotte dalla gravità, dal vento e dalla temperatura grazie a una rete di sensori.
Questo imponente radiotelescopio permetterà agli astronomi di studiare molti aspetti enigmatici dell’universo: stelle di neutroni (le pulsar), nebulose in cui si formano molecole più o meno complesse, quasar, radiogalassie, eventuali segnali intelligenti di origine extraterrestre. Inotre sarà utile anche per analizzare i moti della litosfera terrestre che provocano i terremoti.
L’SRT può operare sia in modalità single dish (singola antenna) sia in rete con altri telescopi di tutto il mondo, in modalità interferometrica, combinando insieme i dati acquisiti da più strumenti provenienti da una stessa sorgente e ottenendo così uno straordinario potere di risoluzione, superiore a qualsiasi telescopio ottico.
Il Sardinia Radio Telescope è il terzo strumento di questo tipo installato in Italia dopo quello di Medicina (BO) e di Noto (SR), nonchè il più avanzato tecnologicamente. E’ il più grande d’Europa e il secondo al mondo. Un’altra delle tante tecnologie italiane nel campo dell’astronomia e dell’astrofisica di cui andar fieri.