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Il Wise promette di farci scoprire nuove stelle

Il satellite a infrarossi lanciato in orbita dalla Nasa raccoglierà per un anno informazioni sui corpi celesti più freddi: asteroidi, nane brune e comete.

Nel dicembre 2009 la NASA ha lanciato in orbita il satellite WISE dalla Vandenberg Air Force Base, in California. Il WISE (acronimo che sta per Wide-field Infrared Survey Explorer) resterà nell’orbita terrestre per circa 10 mesi, con il compito di mappare il cosmo, fotografando l’universo al ritmo di 11 foto a secondo, l’equivalente di 7.500 al giorno (1 milione e mezzo in totale), inviandoli quattro volte al giorno alla base.

Satellite Wise 1 Il percorso del Wise e la raccolta delle immagini potrà essere seguito direttamente dal web, sul sito della Nasa: il satellite orbiterà a 300 miglia dalla superficie della Terra (più di 500 km d’altezza), transitando sui poli 15 volte al giorno, per raccogliere dati sugli oggetti più scuri, come nuvole di polvere, stelle nane brune e asteroidi. Sono proprio questi infatti gli oggetti che emettono meno luce: è possibile individuarli perciò solamente intercettando la debole luce emessa nello specchio degli infrarossi.

I telescopi ottici infatti rilevano solo la luce delle stelle ad altissima temperatura, mentre quella dei corpi più freddi (gli asteroidi, che sono incapaci di riflettere luce, o le nane brune, troppo piccole perché al loro interno si possa verificare una reazione nucleare a pieno regime) può essere rilevata solo con gli infrarossi (tenendo conto che in ogni caso ogni stella più calda dello zero assoluto, -273°C, emette luce).

I sensori e il telescopio a infrarossi (di ca 40 cm di diametro) del Wise sono immersi in una cisterna di idrogeno solido, il cosiddetto cryogeno, in modo da evitare che il Wise raccolga dei dati falsati dalle proprie tracce di calore e luce. Questo materiale di raffreddamento dovrebbe funzionare per circa dieci mesi, mantenendo la temperatura del satellite a -261°C.

Satellite Wise 2 L’ultima mappatura effettuata con i raggi infrarossi risale a 26 anni fa: da allora, questo tipo di tecnologia ha fatto passi da gigante, tanto che secondo Edward Wright, della UCLA (Università della California), le immagini risultato della missione potranno essere paragonabili a vere e proprie fotografie.

L’obiettivo ultimo della missione del Wise è catalogare circa 200.000 tra asteroidi, comete e un migliaio di nane brune: sarà in grado infatti di misurarne le dimensioni la composizione, valutandone la pericolosità, ossia se alcuni di questi corpi celesti possano rappresentare per la loro vicinanza un’effettiva minaccia per il pianeta Terra.

Potrebbero verificarsi anche delle sorprese: è possibile infatti che qualche stella molto vicina al Sole sia sfuggita finora alle rilevazioni da Terra. In ogni caso, gli scienziati si aspettano di vedere il numero di stelle nel raggio di 25 anni luce dalla Terra raddoppiare o anche triplicare grazie alle nuove rilevazioni del Wise.

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