L’avventura del Voyager 2 compie 30 anni oltrepassando la soglia dei 13 miliardi di chilometri dal sole (per dirla come gli astronomi, Voyager 2 è distante 84 unità astronomiche dal sole, un’unità astronomica equivale alla distanza tra il Sole e la Terra, Plutone ad esempio è a 32), ed è arrivato al limite estremo del sistema solare. Dove l’influenza della nostra stella cessa ed il vento solare, cioè quella forza creata dal magnetismo del nostro sole, rallenta.
Il vento solare è un gas leggero formato da particelle di plasma e carico elettricamente, sospinto nello spazio dal sole. Il vento solare soffia in tutte le direzioni, immaginiamolo come una bolla che riempie lo spazio interstellare fin oltre l’orbita di Plutone. Ma questa espansione ha un limite, comincia a rallentare nella zona di spazio chiamata termination shock
La sonda fu lanciata nel 1977 da Cape Canaveral, con lo scopo, del tutto simile a quello del Voyager 1, di esplorare il nostro sistema solare, spingendosi dove nessun oggetto costruito dall’uomo era mai arrivato: verso la così detta
La Nasa ha lanciato le sonde Voyager 1 e 2 verso Giove, Saturno, Urano e Nettuno nell’estate del 1977. Il primo ha raggiunto Giove il 5 marzo del 1979, il secondo nell’agosto, fornendo così le prime immagini del più grosso pianeta del Sistema Solare, prese da “vicino”, oltre 33.000 sono stati gli scatti. Poi è stata la volta di Saturno nel novembre del 1980 e nell’agosto del 1981, Urano nel 1986 , Nettuno nel 1989, infine il limite del Sistema Solare . Per la prima volta si potevano osservare i corpi celesti con immagini in presa diretta.
Per ogni pianeta, i dati raccolti sono stati preziosissimi per fugare dubbi, spiegarne la morfologia, scoprire satelliti non visibili dalla terra, avere misurazioni più precise sulla loro grandezza e conformazione.
Per maggiori informazioni il sito della NASA è molto esaustivo (http://voyager.jpl.nasa.gov/).