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Il sapore dell'Apollo nei piani Nasa

Lunedì, nel corso di una conferenza stampa nel quartier generale della Nasa, è stata presentata la linea che l'Ente spaziale americano seguirà per il ritorno degli astronauti sulla Luna, e per preparare il successivo balzo su Marte.

Lunedì, nel corso di una conferenza stampa nel quartier generale della Nasa, è stata presentata la linea che l'Ente spaziale americano seguirà per il ritorno degli astronauti sulla Luna, e per preparare il successivo balzo su Marte.

Ad una prima occhiata, il veicolo spaziale destinato a ripetere i fasti delle missioni Apollo degli anni '60 e '70 somiglia molto... all'Apollo.

Ecco come dovrebbero andare le cose:

- Viene lanciato in orbita attorno alla Terra un veicolo senza uomini a bordo. Lo porterà in volo un razzo "da carico" e costituirà lo "Stadio di partenza dalla Terra" (EDS nella sigla inglese) e conterrà anche il modulo di discesa lunare.

- Quattro astronauti lo raggiungono, a bordo di una capsula lanciata successivamente su un razzo più piccolo. Si agganciano in orbita e poi usano i motori dell'EDS per puntare verso il nostro satellite.

- Una volta in orbita attorno alla Luna, tutti gli astronauti entrano nel modulo di discesa, capace di effettuare l'allunaggio. La capsula nella quale hanno vissuto fino a quel momento resta in orbita, senza nessuno a bordo, governata dai computer.

- Una volta scesi sulla Luna, i componenti dell'equipaggio passano sette giorni sul nostro satellite, esplorando un territorio molto più vasto di quello che si potevano permettere a suo tempo gli uomini dell'Apollo.

- Alla fine della missione gli astronauti ripartono lasciandosi alle spalle il materiale usato, ma anche strutture che, poco alla volta, costituiranno il punto di partenza per costruire una base permanente.

- Il modulo di discesa raggiunge la capsula in orbita lunare. Gli astronauti si trasferiscono all'interno di quest'ultima e puntano verso la Terra, dove uno scudo termico li proteggerà dal calore del rientro.

- L'ultima fase sarà affidata ad un paracadute e, poi, ad una serie di palloni gonfiati (gli "airbag") che attutiranno l'urto.

Chi ha vissuto la grande avventura che portò gli astronauti per la prima volta sulla Luna, nel 1969, noterà moltissime somiglianze (anche perchè lo stesso Michael Griffin, direttore della Nasa, ha definito il piano "un Apollo con gli ormoni"). La navicella che attende in orbita lunare mentre il modulo di discesa effettua l'allunaggio, ad esempio. Oppure la capsula che, a differenza dello Shuttle, non torna sulla Terra come un aereo ma scende con il paracadute. Anche la fase del lancio da Terra sarà qualcosa di già visto con gli Apollo, e tutto sommato anche con le intramontabili Soyuz russe: per cominciare il veicolo spaziale che porterà gli astronauti sarà in cima al razzo. Trovarsi in cima eviterà qualsiasi guaio con eventuali pezzi che possano staccarsi dai serbatoi e colpire la capsula, proprio il principale problema di sicurezza che la navetta spaziale, appoggiata al serbatoio, deve affrontare ogni volta che parte. Inoltre ci sarà un piccolo razzo ausiliario sulla punta, la cosiddetta "torre di fuga". Sarà capace di accendersi per portare lontano la capsula con gli astronauti nel caso il razzo sotto di loro minacci di causare guai al momento del lancio.

Ma naturalmente alla Nasa chiariscono che questo non è proprio un Apollo reloaded. Differenze ce ne saranno molte. Prima di tutto gli astronauti in volo saranno quattro, e non tre. E poi tutti scenderanno sulla Luna, mentre nelle missioni di quasi quaranta anni fa erano solo due, con uno che doveva rimanere in orbita lunare in attesa del ritorno dei compagni. Inoltre la capsula (larga tre volte quella dell'Apollo) sarà riutilizzabile per dieci volte.

Scendendo nei dettagli tecnici, il razzo da carico, che porterà in orbita la sezione alla quale poi si aggancerà la capsula con gli astronauti, sarà spinto da cinque motori, gli stessi che oggi usa lo Shuttle (che però ne monta tre), con una spinta aggiuntiva da parte di due razzi laterali a combustibile solido (i "booster"). Potrà portare 125 tonnellate di carico utile. La capsula con gli uomini a bordo, molto più leggera, sarà lanciata da uno solo di questi razzi booster. Qualche particolare curioso viene poi dal sistema di propulsione che verrà usato nello spazio e per scendere sulla Luna: il carburante sarà metano. Una scelta strana, ma non troppo se si pensa che gli scienziati pensano di riuscire a produrre metano su Marte, creando carburante sul posto per una futura missione da quelle parti.

Il progetto presentato da Griffin sarà anche molto più flessibile degli Apollo perchè potrà scendere in qualsiasi zona della Luna, compreso il Polo sud, dove si pensa possano trovarsi grandi riserve di ghiaccio da utilizzare per le future basi. E non bisogna dimenticare che il razzo più grande servirà anche per portare in orbita terrestre grossi carichi impegnati in altre missioni.

104 miliardi di dollari, questa è la spesa prevista per il ritorno della bandiera americana sulla Luna entro il 2018, obiettivo indicato dal presidente George Bush lo scorso anno. Il primo lancio sperimentale del nuovo veicolo dovrebbe avvenire tra il 2012 ed il 1014.

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