È di questi giorni l’annuncio da parte di alcune tra le più autorevoli istituzioni mondiali del prossimo sbarco su internet de
L’Encyclopedia of Life, indicata semplicemente con l’acronimo EOL, «offrirà preziose informazioni sulla biodiversità e sulla tutela delle specie a chiunque, ovunque e in ogni tempo» afferma James Edwards, direttore esecutivo del progetto. L’idea alla base di questa enorme opera di catalogazione è di partire dalle informazioni raccolte in database già presenti in rete ma non collegati tra loro e di procedere a una sistemazione organica del materiale, ricorrendo a una collaborazione in stile Wikipedia per l’implementazione dei contenuti. Tutti sono invitati a offrire il proprio contributo al progetto, anche in considerazione del fatto che le specie conosciute fino a oggi sono un milione e ottocentomila e che i biologi stimano che nel mondo ne esistano dai cinque ai cento milioni ancora da individuare e classificare. Per garantire la correttezza e il rigore delle informazioni, una commissione di scienziati appositamente costituita vaglierà ogni testo prima di procedere alla pubblicazione online.
Le pagine de L’Enciclopedia della Vita offriranno non solo informazioni scritte, ma anche, laddove possibile, fotografie, filmati, audio, mappe di localizzazione e altri contributi multimediali.
Un eccezionale archivio “work in progress”, assolutamente esente dal rischio di diventare obsoleto, che, come riconoscono i creatori di EOL, è stato possibile realizzare grazie all’attuale stato delle conoscenze tecnologiche. E al cospicuo contributo della John D. and Catherine T. MacArthur Foundation e dell’Alfred P. Sloan Foundation, che insieme hanno garantito un budget iniziale di dodici milioni e mezzo di dollari. L’investimento complessivo è stimato nell’ordine dei cento milioni di dollari ed è sostenuto da Field Museum of Natural History, Harvard University, Marine Biological Laboratory, Missouri Botanical Garden, Smithsonian Institution e Biodiversity Heritage Library. Il gruppo comprende anche l’American Museum of Natural History di New York, il Natural History Museum di Londra, il New York Botanical Garden e il Royal Botanic Gardens di Kew, in Inghilterra.
Le prime pagine di EOL saranno in rete a partire dal 2008, anche se è già possibile consultare sul sito www.eol.org le demo dedicate ai funghi, ai granchi, al riso e all’orso polare. Inizialmente tutti i materiali saranno consultabili in inglese, anche se non è escluso che in un secondo tempo si procederà a traduzioni in altre lingue.