Fenomeni cosmici che avvengono a centinaia di migliaia di anni luce da noi sono stati ricreati e osservati dai ricercatori del Politecnico di Torino, in collaborazione con il Politecnico di Milano, l’Università di Torino e il Max Planck Institut di Goettingen, grazie a una camera a vuoto che occupa lo spazio di una stanza.
Si tratta di getti interstellari di particelle che vengono generati nello spazio a partire dal punto centrale delle galassie e sono generalmente associati a dischi di materia fortemente compatta che orbitano come un vortice intorno a buchi neri e giovani stelle. Sono tra gli oggetti più grandi dell’Universo, viaggiano a una velocità vicina a quella della luce, e fino a oggi sono stati studiati unicamente attraverso simulazioni al computer.
Lo studio, pubblicato sul New Journal of Phisics, descrive come i ricercatori italiani hanno riprodotto le medesime condizioni che si registrano nello spazio all’interno di un recipiente cilindrico a vuoto di 4 metri di lunghezza.
Comprimendo gas come elio, argo, xeno e aria normale si è riusciti a dar loro la necessaria energia per spararli ad altissima velocità attraverso un ugello all’interno della camera a vuoto e ottenere l’effetto cosmo. Al fondo del cilindro i gas sono stati osservati grazie all’emissione di fluorescenza generata da un fascio piano di elettroni che attraversa il getto stesso.
Quello che i ricercatori hanno così dimostrato è che il modo in cui si comportano i getti cosmici è proprio quello già descritto adeguatamente dalle leggi della dinamica di Newton.
E' stato possibile, tra l'altro, confermare che I getti ipersonici percorrono lunghissime distanze senza subire influssi esterni, ad esempio da parte di campi magnetici.
Questo comportamento viene visualizzato grazie a programmi di simulazione di computer grafica in 3-D, assolutamente indispensabili per la comprensione dei fenomeni intergalattici.
Daniela Tordella, del dipartimento di Ingegneria aeronautica del Politecnico di Torino e membro del gruppo di ricerca, sottolinea come nella scienza moderna, la prova sperimentale di laboratorio sia considerata quella definitiva, poiché meglio consente una chiara e profonda comprensione del fenomeno.
Questo esperimento, inoltre, non richiede il supporto di grandi quantità di energia ed è concettualmente molto semplice. L’astrofisica in laboratorio è uno strumento, una metodologia di ricerca innovativa e allo stesso tempo economica che può essere utilizzata parallelamente all’osservazione e all’esplorazione dello spazio.