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Il cordone ombelicare meglio metterlo in banca

La Banca del sangue placentare consente di avere a disposizione delle riserve di cellule staminali capaci di generare gli elementi fondamentali del sangue e curare molte malattie.

Il primo gesto quando viene al mondo un bambino, il taglio del cordone ombelicale, oltre a sancire l’autonomia della nuova vita dal grembo materno, può significare una rinnovata speranza di vita anche per tante persone ammalate.

Sangue placentare - taglio del cordone ombelicareIl sangue placentare, infatti,  contiene cellule staminali emopoietiche identiche a quelle presenti nel midollo osseo e capaci di generare gli elementi fondamentali del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine).  Queste cellule possono curare malattie come la leucemia, i linfomi, la talassemia e molte altre patologie congenite e metaboliche curabili con il trapianto di midollo osseo.

Il sangue placentare, inoltre, offre una serie di vantaggi tra cui la facilità di prelievo, la possibilità di essere conservato a bassissime temperature, la disponibilità illimitata, un minore rischio di reazione immunitaria e quindi l’utilizzo anche in caso di compatibilità con il ricevente non completa.

Non va trascurato poi che è possibile trapiantare contemporaneamente 2 unità oppure espandere le cellule al fine di curare anche pazienti adulti. Insomma, si tratta di una importantissima fonte alternativa al midollo osseo.

Sono ormai trascorsi oltre vent’anni dal primo trapianto di sangue placentare, durante questo periodo si sono enormemente espansi i campi di ricerca sul trapianto e il banking di sangue placentare.

E' dagli  inizi degli anni '90, infatti, che sono state istituite in tutto il mondo le Banche di Sangue Placentare tra loro collegate mediante appositi Registri.  La Rete Italiana delle Banche (Italian Cord Blood Network), che vanta uno standard di qualità tra i migliori al mondo, è coordinata dal Centro Nazionale Sangue (CNS) in collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti (CNT).

Ospedale Sant'Anna e Regina Margherita - logoIn Piemonte esiste un’unica Banca pubblica riconosciuta dalla Regione, che è stata la prima Banca nata in Italia (nel 1990), la Torino Cord Blood Bank, dell’Azienda Ospedaliera Ospedale Infantile Regina Margherita e Sant’Anna.  

Il sangue placentare da donatore non consanguineo (allogenico solidale), quale pubblica risorsa per la collettività, assumerà sempre maggiore importanza nel futuro, diventando per alcuni pazienti la fonte preferita di cellule staminali; inoltre, richiedendo un minore grado di compatibilità, l’accesso al trapianto sarà espanso a minoranze etniche che attualmente hanno un ridotto numero di potenziali donatori nei Registri.
Il sangue placentare criopreservato per la comunità potrebbe essere una risorsa immediatamente disponibile in caso di disastro nucleare o attacco bioterroristico.
Per tutte queste ragioni la Comunita scientifica internazionale e le Associazioni Trapianto di midollo raccomandano fortemente la raccolta allogenica in banche pubbliche.

La ricerca, inoltre, prosegue, studiando  se il sangue placentare possa curare in futuro malattie non ematopoietiche o riparare tessuti.

Naturalmente la donna che intende donare il sangue placentare deve dare il proprio consenso prima del parto e comunque prima del travaglio, firmando un apposito modulo di intento alla donazione e di impegno a Conservazione del sangue placentarerendersi disponibile per un prelievo di sangue al momento del parto e dopo 6-12 mesi dall’avvenuta donazione, necessario per escludere malattie infettive in atto o in incubazione.  Oltre a sottoporsi ad una intervista per raccogliere la storia medica familiare e personale sua, del padre del bambino e dei familiari stretti al fine di escludere il rischio di trasmissione di malattie infettive o ereditarie.

La raccolta del sangue placentare non presenta alcun rischio né per la madre né per il bambino. Viene effettuata dopo la 34 settimana di gestazione e solo in assenza di complicazioni.
La raccolta è possibile sia in caso di parto spontaneo che per taglio cesareo ed è molto semplice. Al momento del parto occorre un semplice kit di sterilizzazione in cui inserire il cordone, che deve essere inviato nei centri che prelevano e isolano le cellule staminali e le conservano in  azoto liquido a – 197 °C.
Le unità raccolte vengono catalogate e rese disponibili per i malati solo dopo che la donatrice, contattata direttamente dalla Banca, avrà effettuato un secondo prelievo per i markers infettivi dopo almeno 6 mesi dal parto.  I dati di tipizzazione inseriti in una banca dati internazionale, permetteranno di stabilire in tempi brevi se le cellule staminali di quella unità donata sono compatibili con un eventuale ricevente malato.

Sangue placentare - campagna di comunicazioneLa legislazione italiana attualmente consente la donazione allogenica solidale, se esiste già un parente stretto (fratello/sorella, mamma o papà del neonato) affetto da una malattia curabile con il trapianto di midollo o o nel caso di famiglie ad alto rischio di avere ulteriori figli affetti da malattie genetiche. E’ sostenuta anche la donazione ad uso ricerca. Le cellule staminali placentari sono, infatti, preziosissime per laricerca sulla cura di malattie tumorali e genetiche, e in futuro anche di altre malattie. E’ possibile donare il sangue placentare anche solo ad uso ricerca, in laboratori qualificati.

Non viene invece consentita la donazione autologa, , in vista di un futuro e non meglio specificato utilizzo personale.  In questo caso, previa richiesta autorizzativa, bisogna rivolgersi a centri esteri.

E' l’associazione ADISCO nel nostro Paese ad occuparsi di diffondere la cultura della donazione del sangue placentare ad uso allogenico solidale e di sostenere la ricerca scientifica in questo settore specifico. 





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