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Il cervelletto come fonte di rigenerazione neuronale

I risultati di una ricerca coordinata da Luca Bonfanti del Dipartimento di Morfofisiologia Veterinaria dell'Università di Torino aprono nuove speranze per la riparazione di danni cerebrali

Quindici anni fa la scoperta della possibilità di produzione di nuovi neuroni a livello dei tessuti cerebrali dei mammiferi adulti, fino ad allora considerati statici e non rinnovabili, rappresentò un passo fondamentale nella storia delle neuroscienze. Ma l'enfasi iniziale e le speranze di individuare metodologie di ricostituzione neuronale per il trattamento delle malattie neurodegenerative vennero in parte smorzati dalla constatazione che le aree di produzione dei nuovi neuroni risultavano ristrette a due piccole regioni cerebrali e costituivano un'eccezione piuttosto che una funzione consolidata.

Luca Bonfanti I risultati del lavoro svolto dal gruppo di ricercatori dell'Università di Torino, Federico Luzzati e Paolo Peretto del Dipartimento di Biologia Animale, Giovanni Ponti e, in qualità di coordinatore, Luca Bonfanti, del Dipartimento di Morfofisiologia Veterinaria, aprono invece una nuova prospettiva in questo campo. Lo studio da loro condotto, pubblicato su Plos One del mese di giugno 2008, dimostra la plasticità e la rigenerazione neuronale nel cervello di conigli sia giovani che in età adulta. Risultato che non era stato riscontrato negli studi condotti su altri roditori come i topi e i ratti, dovuto probabilmente alla maggiore longevità dei conigli.

In particolare l'attività neurogenerativa è stata verificata a livello della regione del cervelletto, il che è ancor più stupefacente in quanto questa è una regione che nel cervello dei mammiferi viene ritenuta come una di quelle maggiormente statiche, nella quale sino ad oggi si erano osservati unicamente dei modesti rimodellamenti a livello delle sinapsi.

Cellule del cervelletto La ricerca evidenzia inoltre che i siti rigenerativi scoperti, fonte di precursori delle cellule neurali, non sono residui del tessuto germinale embrionale, ma sono localizzati a livello del parenchima cerebrale adulto.

Si apre quindi una nuova prospettiva per il futuro degli interventi di riparazione di tessuti cerebrali danneggiati anche nel cervello umano, del quale peraltro sono già noti alcuni siti di produzione neurale in età adulta, pur restando ancora da esplorare la funzionalità di ampie zone.

Per approfondimenti: www.plosone.org (June 2008 - Volume 3 - Issue 6 - e2366)

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