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Il Centro Ricerche Fiat festeggia i 30 anni

Nato nel 1978, ha depositato 2200 brevetti, ora i ricercatori sono impegnati sull'auto ecologica

Ha festeggiato i 30 anni il Centro ricerche Fiat. Trent’anni raccontati da 2200 brevetti registrati, dal primo prototipo, la X1/23Prototipo , una vettura che oggi sarebbe definita citycar, con motore elettrico, capace di un’autonomia di 70 chilometri, fino al successo del common rail e agli studi sulle auto a idrogeno e metano. Al Crf oggi lavorano 850 persone, quattro le sedi, quella principale è a Orbassano, nel torinese, le altri a Bari, Trento, Foggia e Udine.

La nuova frontiera oggi è quella dell’energia pulita, della vettura a emissioni zero, come Phylla, un prototipo appena presentato, dove si possono riciclare parti di carrozzeria. "Continuiamo a lavorare – osserva Nevio Di Giusto, direttore del Centro - sull'innovazione finalizzata al miglioramento ambientale dei consumi e delle prestazioni".

Tra i progetti allo studio il "sistema multi air" per quanto riguarda il controllo delle valvole, lo sviluppo del "down sizing" per i motori piccoli che consente di ridurre il peso ma non le prestazioni.

Ed ancora Di Giusto ha confermato l'impegno nel campo dei combustibili alternativi: dal metano alla "miscela metano-idrogeno", ai biocarburanti, alla trazione elettrica o ibrida.

Cella Un altro aspetto su cui il Crf e' fortemente impegnato e' quello relativo alla sicurezza: "Stiamo lavorando molto – ha confermato Di Giusto - su sistemi di "intelligenza artificiale" ossia su quegli aspetti che si interpongono tra la volontà del conducente e le possibilità tecniche dell'auto".

Dopo trent’anni il Crf è diventato un centro di eccellenza nel panorama internazionale della ricerca: sviluppa soluzioni efficaci, innovative, a costi competitivi e favorisce il trasferimento tecnologico anche attraverso la formazione di personale qualificato.

Il Centro ricerche Fiat partecipa dal 1989 ai progetti di ricerca promossi dall’Unione Europea, collaborando con partner sia industriali che accademici. Nel corso degli anni ha sviluppato un network globale di oltre 150 università e centri di ricerca e oltre mille partner industriali in tutto il mondo. Dal 1980 inoltre il Crf è tra i promotori del Joint Research Committee of European Motor Vehicle Manufacturers, ora EUCAR, a cui partecipano i maggiori produttori d’auto per condividere programmi comuni di ricerca.

Il logotipo del Centro Ricerche Fiat Particolarmente attivo nel campo della ricerca per la mobilità sostenibile, il Crf studia in particolare soluzioni innovative che esprimano un concetto di mobilità sostenibile a 360 gradi, che comprende quindi la riduzione delle emissioni tramite motori innovativi, ma anche la riduzione dei consumi attraverso l’alleggerimento, l’aerodinamica, l’ottimizzazione dei sistemi veicolo, l’infomobilità, il processo produttivo eco-compatibile, l’utilizzo di materiali ecologici e riciclabili fino ad approdare alla riduzione della congestione del traffico e dei rumori.

“Infatti, la mobilità può essere definita sostenibile – osserva Di Giusto - quando è tale dal punto di vista sociale, ecologico ed economico e per tale motivo gli obiettivi che si devono porre tutti gli attori che intervengono nell’offerta, nella domanda e nel controllo della mobilità sono: l'aumento del numero di persone che hanno accesso ai servizi di mobilità; l’aumento del livello di sicurezza; la riduzione dell’impatto ambientale e l’aumento dell’efficienza energetica. L’obiettivo è quello di produrre mezzi di trasporto sempre più sicuri, ecologici e confortevoli. Dove il termine ecologico è inteso non solo relativamente all’utilizzo del veicolo ma al suo intero ciclo di vita: produzione, utilizzo e smaltimento.”

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