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I vulcani sottomarini in Italia

Le acque del Mediterraneo sono ricche di vulcani sommersi. A mappare i fondali sono i geologi del progetto Magic. Di recente scoperto un nuovo cratere al largo di Capo Vaticano.

Il vulcanismo in Italia deve la sua origine ad un ampio processo geologico che ha interessato tutta l’area mediterranea, legato alla convergenza tra la placca tettonica eurasiatica e quella africana. Oltre ai numerosi vulcani presenti sulla terra ferma, molti si nascondono sotto la superficie del mare, ma studiarli non è sempre semplice. Il progetto Magic della Protezione Civile è nato nel 2007 con l'obiettivo di osservare, mappare e tenere sotto controllo i fondali, per prevenire eventuali disastri che potrebbero avvenire.

Vulcani sottomarini in ItaliaLa zona del nostro Paese maggiormente interessata da questo fenomeno è il bacino tirrenico e il largo delle coste della Sicilia, dove vi è la presenza di numerose dorsali sottomarine e rilievi di tipo vulcanico. Questi hanno dimensioni simili o a volte anche maggiori rispetto a quelli in superficie. Alcuni sono ancora attivi e manifestano la loro presenza rilasciando gas e deformandosi molto lentamente.

Il più grande vulcano sottomarino d'Europa è il Marsili, scoperto nei primi anni ’60, mostra ancora segni di attività. È situato nel Tirreno, a sud-ovest del Golfo di Napoli, ossia in direzione dei vulcani delle Isole Eolie, da cui dista circa 70 km.  Presenta dimensioni notevoli, con una lunghezza di circa 50km e una larghezza di 20km. Ha un’altezza di 3.000 metri rispetto ai fondali circostanti e la sua “cresta” si estende linearmente in direzione nord – nord est e sud – sud ovest per 20km, raggiungendo profondità inferiori a 1000m.

Il Marsili è formato da una serie di edifici vulcanici di dimensioni diverse. Il fianco occidentale è costituito da edifici conici, mentre quello nord-occidentale è caratterizzato da alcuni “vulcani a cima piatta” e da una scalinata di terrazzi lavici sovrapposti.  Benché non sia mai stata osservata un’eruzione in atto, l’attività del Marsili è testimoniata dalla circolazione di fluidi ad alta temperatura che depositano sul fondo marino solfuri di piombo, rame, zinco e ossidi e idrossidi di ferro e manganese.

A nord del Marsili si ritrovano altri due sistemi vulcanici di grandi dimensioni, il Vavilov (40 x 15 km di lunghezza, 2.800 m dal fondo del mare) e il Magnaghi. Oltre a questi, ve ne sono molti altri minori, trVulcano Marsilia cui il Palinuro, Glauco, Eolo, Sisifo, Enarete e i numerosi apparati vulcanici nel Canale di Sicilia.

Osservazioni e prelievi di campioni vengono effettuati attraverso l'uso di navi oceanografiche e con l'avanzare della tecnologia, la geologia marina ha fornito negli ultimi tempi sempre nuovi dati e informazioni sul loro funzionamento. Ai vulcani conosciuti di recente se ne è aggiunto un altro, ancora senza nome, scoperto a largo di Capo Vaticano in Calabria. Esso è localizzato a circa 120 metri sotto il livello del mare e si estende per circa 15 km.

Conoscere e studiare il mondo sommerso risulta molto importante sia da un punto di vista economico che sociale. I pericoli che si corrono a sottovalutare l'attività dei vulcani sono molti. Il più importante  rischio associabile ai vulcani sottomarini è sicuramente il maremoto, che può essere innescato da grandi eruzioni o da collassi delle fiancate del tipo di quelli che interessarono lo Stromboli nel 2002, vulvano la cui  superficie  è al 95% situata sotto la superficie del mare.

Inoltre la fuoriuscita di gas tossici può mettere a repentaglio la salute dei fondali, provocando la moria della vita marina.

Con l'obiettivo di conoscere a fondo le caratteristiche geologiche e riconoscere i processi potenzialmente Progetto Magicpericolosi è nato il progetto Magic, finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale nell'ambito di un accordo con l'Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Per fare questo sono state prodotte mappe interpretative dei margini continentali tra  i 50 e i 600 m di profondità. Queste mappe vanno a formare la "Carta degli elementi di rischi geologici dei mari Italiani", composta da 72 fogli in scala 1:50.000.

Uno strumento fondamentale per la mappatura dei fondali è un sonar multibeat, che utilizza un singolo impulso diretto sotto la nave da cui viene inviato. Dopo l'emissione, lo strumento riceve l'energia riflessa da cui si calcola la profondità dell'acqua.

Con tutti i dati raccolti viene creato un database batimetrico, messo a disposizione del Dipartimento della Protezione Civile e della comunità scientifica.

Per informazioni sul progetto Magic: www.magicproject.it/

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