I cosiddetti Rotoli del Mar Morto, manoscritti di grande significato storico e religioso, risalenti al periodo intorno al 100 a.c., sono stati redatti nella zona del loro ritrovamento. Questa la conclusione cui è giunta la ricerca condotta dai Laboratori Nazionali del Sud – LNS – di Catania dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare sulla raccolta di 900 documenti rinvenuti, tra il 1947 e il 1956, in undici grotte della zona del Qumran, sulla riva nord occidentale dell’omonimo mare.
I Rotoli del Mar Morto sono tradizionalmente divisi in tre gruppi: manoscritti "biblici", che costituiscono circa il 40% dei rotoli identificati; manoscritti "apocrifi" o "pseudepigrafici", che costituiscono circa il 30% dei rotoli identificati; e manoscritti "settari", che costituiscono circa il 30% dei rotoli identificati.
In più di 50 anni dalla loro scoperta, è stato per la prima volta possibile stabilire con certezza che una parte dei rotoli – in particolare il Rotolo del Tempio - è stata realizzata proprio nell’insediamento di Qumran, grazie all’utilizzo di una strumentazione d’eccellenza composta dall’acceleratore di particelle Tandem e dal sistema XPIXE, e realizzati dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Il sistema XPIXE (X-ray and Particle Induced X-ray Emission) è uno strumento portatile che consente le analisi in situ. Consiste in una sorgente radioattiva che emette sia particelle alfa che raggi X; una volta colpito il campione si ha l’emissione di raggi X specifici degli elementi chimici componenti il campione stesso, che vengono in questo modo rivelati. Dall’analisi degli spettri misurati, nella maggior parte dei casi, è possibile derivare la composizione chimica del reperto in studio.
L’acceleratoreTandem, grazie all’utilizzo di un fascio di protoni da 1.3 MeV che offrono un’intensità maggiore rispetto alla radiazione del sistema XPIXE, riesce a far evidenziare anche il rapporto tra gli elementi presenti e di conseguenza, a capire se l’acqua con cui è stata lavata la pergamena è compatibile o meno con l’acqua locale.
A partire dallo studio delle acque locali del sito di ritrovamento, l’utilizzo combinato di questa strumentazione d’eccellenza apre la strada a grandi scoperte.
La ricerca è stata condotta su 7 campioni di dimensione pari ad 1 cm quadrato del Rotolo del Tempio - che rientra nella categoria dei “rotoli settari” e descrive la costruzione e la vita di un tempio e detta norme su come trasmettere la legge al popolo - provenienti dal Shrine of the Book of the Israel Museum e dalla collezione Ronald Reed della John Rylands University Library su richiesta della dottoressa Ira Rabin del BAM di Berlino.
Grazie al fascio di protoni da 1.3 MeV di Tandem e al sistema XPIXE, i ricercatori hanno confermato l’esistenza di una correlazione tra la composizione chimica delle sorgenti del luogo di ritrovamento - presenza e rapporto tra le loro diverse concentrazioni di alcuni elementi chimici - e i valori del rapporto Cloro/Bromo presenti sui campioni delle pergamene del Rotolo del Tempio. I Rotoli dunque non hanno mai viaggiato.
Il prossimo step della ricerca sarà l’analisi degli inchiostri utilizzati per la realizzazione dei testi.
Per maggiori informazioni: http://www.lns.infn.it