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I nuovi farmaci per la cura delle malattie neuropsichiatriche

L'indagine neurobiologica innovativa di un gruppo di ricerca dell'Università del Piemonte Orientale

La relazione tra neurogenesi e malattie neuropsichiatriche costituisce un nuovo ed affascinante campo di indagine neurobiologica sul quale ha concentrato la propria attenzione un gruppo di ricercatori, coordinati dalla Professoressa Mariagrazia Grilli, del Laboratorio di Neuroplasticità con sede a Novara, presso il Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale.

Sono le cellule staminali neurali adulte del cervello ad essere al centro degli studi del team. Ora checellule staminali finalmente è appurato che anche nel cervello, come in qualunque altro organo, ci sono cellule staminali adulte in grado di generare nuovi neuroni per tutta la durata della nostra vita, l’attenzione va a quelle malattie neuropsichiatriche come ictus, disturbi di tipo cognitivo associati alla malattia di Alzheimer e all’invecchiamento, ma anche la depressione maggiore, disturbo bipolare, che alterano il processo con cui si formano questi nuovi neuroni. I farmacologi dell'Università del Piemonte Orientale hanno pensato di sviluppare nuovi farmaci per curare queste malattie.

I neuroni del cervello generati in età adulta hanno un ruolo fondamentale nell’apprendimento, nell’adattamento a nuove situazioni, nella memoria e nel tentativo di riparazione a danni neuronali provocati ad esempio daictus ictus. In quest’ultimo caso tuttavia capita che il microambiente in cui si trovano non permette a queste cellule, o ai neuroni cui esse danno origine, di sopravvivere o completare la loro maturazione e quindi il processo di autoriparazione non viene portato a termine.

E’ proprio qui che entra in gioco la farmacologia che vuole creare dei farmaci in grado di potenziare la capacità di autoriparazione e di plasticità del nostro cervello.

I ricercatori del Laboratorio di Neuroplasticità di Novara sono i primi in Italia ad interessarsi al rapporto tra farmaci bioregolatori e neurogenesi adulta. Tra i loro interessi vi sono anche quello di capire il meccanismo con cui alcuni farmaci, come gli antidepressivi, stimolano la neurogenesi adulta, che è molto ridotta nelle depressioni più gravi, quello di capire se e come alcuni farmaci di abuso possono causare effetti negativi sulle cellule staminali del cervello con conseguenze importanti sulla cognitività e sull’umore e infine lo studio sull’invecchiamento neuronale e la sua cura tramite cure farmacologiche e stili di vita attivi.

 

 

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