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Gli italiani e il loro rapporto con la scienza e l'ambiente

Presentato in anteprima a Torino lo studio che propone i dati originali sugli atteggiamenti e le percezioni dei cittadini verso scienza, tecnologia e ambiente raccolti nel corso del 2008 dall’Osservatorio Scienza e Società di Observa – Science in Society.

La scienza e i suoi potenziali benefici continuano a suscitare ampia fiducia tra gli italiani (63%), nonostante ciò aumentano non di poco (dal 39% al 46%) i timori per le sue implicazioni sul piano dei valori; inoltre restano critiche le opinioni sull’organizzazione della ricerca: oltre un italiano su due avverte una presenza significativa di interessi economici (52%) nel mondo della ricerca e sei su dieci percepiscono la mancanza di trasparenza e la potenziale discriminazione nei processi che governano le carriere scientifiche.

Annuario Observa 2009 Sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine, presentata in anteprima a Torino il 18 febbraio 2009, “Gli Italiani, la scienza e l’ambiente. Secondo rapporto su scienza, tecnologia e opinione pubblica in Italia”, realizzata da Observa - Science in Society, con il sostegno della Compagnia di San Paolo e pubblicata per Il Mulino nell’Annuario Scienza e Società 2009.

Si tratta di una fotografia aggiornata dello stato dei rapporti tra cittadini e scienza nel nostro Paese, dalla quale emerge anche che il 60% degli italiani, uomini compresi, è d’accordo nel ritenere che l’ambiente di lavoro degli scienziati sia ancora dominato dai maschi. Gli italiani inoltre si esprimono a sostegno di nuove forme di finanziamento della ricerca, come il “cinque per mille” e si dimostrano sempre più interessati a nuove forme di comunicazione scientifica quali i blog dei ricercatori e i siti web di istituti di ricerca. Colpiscono poi i giudizi molto positivi attribuiti alla testimonianza diretta degli scienziati in incontri pubblici e festival della scienza.

Per quanto riguarda l'atteggiamento nei confronti dell'ambiente, gli italiani riconoscono nel degrado ambientale uno dei problemi più rilevanti a livello mondiale, secondo solo alla fame nel Terzo Mondo. Suscitano preoccupazione in particolare l’inquinamento dell’aria (33,1%) e lo smaltimento dei rifiuti (31,4%). Altri aspetti come la qualità del cibo, l’inquinamento dell’acqua o il degrado del paesaggio sono considerati meno rilevanti. Ma non mancano atteggiamenti di fatalismo e indifferenza. In particolare si delineano quattro differenti profili: quello del fatalista indifferente (17,6%), si preoccupa poco ed è poco disposto ad aumentare i propri sforzi in favore della sostenibilità ambientale; il fatalista pragmatico (25,2%), ugualmente fatalista, ma con maggiore propensione a stili di vita ecosostenibili; il responsabile ‘a parole’ (28,7%), caratterizzato da scarsa coerenza tra opinioni e propositi in favore dell’ambiente e i comportamenti concreti; infine l'impegnato responsabile (28,5%) che si impegna in prima persona in comportamenti eco-sostenibili e di risparmio energetico.

L’aspettativa di molti italiani, nel complesso, è che le istituzioni incoraggino comportamenti ecosostenibili con opportune politiche di incentivi e detassazione, oltre che con investimenti in ricerca e tecnologia.

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