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Fibre naturali per migliorare le fibre sintetiche

L’inesauribile miniera di novità contenute nei vegetali

Il lino e la canapa sono due piante che dall'antichità forniscono fibre che possono essere lavorate e tessute.

L'uso di ieri

L'uomo preistorico conosceva già il lino con cui fabbricava tuniche e reti per la pesca, mentre in Egitto bende di lino erano utilizzate per avvolgere le mummie. L'utilizzo delle fibre di lino ha avuto larga diffusione in tutte le epoche sia in Europa che in Asia, subendo, dalla rivoluzione industriale in avanti, la forte concorrenza del cotone, il cui uso si è subito dimostrato più semplice ed economico.

Della specie Linum usatissimum si coltivano varietà diverse: le più alte, ramificate soprattutto alla sommità, sono le più adatte a fornire le fibre vegetali, le più basse sono invece coltivate per i semi, utilizzati per produrre olio e mangime per bestiame.

Per ottenere il cosiddetto "tiglio" o fibra, i fusti di lino sono estirpati, raccolti in piccoli fasci e messi ad essiccare. Si procede poi alla macerazione che avviene con la distribuzione dei fasci o "mannelli" sul terreno, dove subiscono l’azione alternata della pioggia, della rugiada notturna e del calore diurno, oltre all'attacco dei microrganismi. Bagnatura ed essiccazione si susseguono ripetitivamente per alcune settimane. La macerazione può avvenire anche tramite immersione dei fusti in piccoli bacini o corsi d'acqua o in contenitori adatti nei quali l'acqua e i microrganismi possono indurre la decomposizione del fusto. campo di lino in fiore

Con la macerazione inizia la parziale decomposizione del fusto, che facilita la successiva separazione delle fibre dalla parte legnosa. Alla base della decomposizione c'è il processo di demolizione delle proteine - proteolisi - ad aminoacidi, in cui intervengono i batteri anaerobi che producono i necessari enzimi.

I tipi di fibre che si ottengono, costituite quasi al cento per cento di cellulosa pura, sono diversi: le più nobili, lunghe e diritte, da cui si ottiene la fibra tessile vera e propria, e le fibre corte, danneggiate o ritorte, che possono avere diversi usi.

La canapa, Cannabis sativa, è una pianta originaria dell'Asia da cui si ricavano fibre molto resistenti. L'estrazione, anch'essa previa macerazione, avviene dalla corteccia che ricopre il fusto cavo della pianta e fornisce fibre più morbide, per uso tessile, se la raccolta avviene durante l'impollinazione o più grezze, per carta, cordami e sacchi, se avviene più avanti.

L'uso di oggi

Da alcuni anni si è trovato un nuovo sbocco per le colture del lino e della canapa, che in questi ultimi decenni hanno sofferto la concorrenza di altre fibre, come il cotone, e delle fibre sintetiche per abbigliamento. Ad esempio i costruttori di componenti per automobili utilizzano le fibre di qualità più bassa del lino per produrre un composito utilizzato nei pannelli che rivestono gli interni delle portiere delle auto. Le fibre di lino, mescolate in uguale quantità alle fibre di polipropilene, conferiscono caratteristiche di leggerezza e resistenza al composito, impedendo la rottura del pannello in caso di incidente.

Anche le fibre di canapa trovano utilizzo nell'industria perché conferiscono rigidità alle plastiche e hanno ottime doti di isolanti, sfruttabili nella coibentazione delle abitazioni. Per questo uso le fibre vegetali sono lavorate ad ottenere la lana di canapa, molto simile alla lana di vetro o di roccia: possiede le stesse caratteristiche isolanti, ma in più è in grado di regolare l'umidità interna.

Per ora è economicamente meno conveniente delle due concorrenti, ma risulta ricercata da chi vuole prodotti naturali anche per la costruzione della propria abitazione.

Anche le materie plastiche si potranno avvantaggiare dell'aggiunta di fibre naturali come lino e canapa. I risultati delle prove sperimentali sono buoni: le fibre vegetali conferiscono maggiore lavorabilità alle plastiche così arricchite, che potranno perciò essere utilizzate nella fabbricazione degli apparecchi domestici o dei cruscotti delle auto, e permettono un riciclaggio migliore.

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