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Fao, le foreste stanno meglio

Presentato il nuovo rapporto, il 30 per cento della superficie mondiale è coperto da alberi, ma l'ottanta per cento delle foreste è concentrato in dieci paesi

Buone notizie per il patrimonio forestale, in alcune regioni del mondo si è registrata un’inversione di tendenza rispetto a decenni di deforestazione ed adesso vi sono indicazioni di un aumento dell’area forestale, secondo il rapporto della FAO “Lo Stato delle Foreste nel Mondo (SOFO)”.

Il rapporto, che è stato presentato oggi all’apertura dei lavori della 18a sessione della Commissione Foreste della FAO, sottolinea gli effetti positivi di una gestione forestale più consapevole e fa notare che oltre 100 paesi hanno avviato programmi forestali nazionali, mirati alla salvaguardia del patrimonio.

“Molti paesi hanno mostrato la volontà politica di migliorare la gestione delle foreste rivedendo politiche e legislazioni e rafforzando le istituzioni forestali. Maggiore attenzione è stata data alla conservazione del suolo e delle risorse idriche, alla difesa della diversità biologica ed ad altri fattori ambientali”, dice David Harcharik, Direttore Generale Aggiunto della FAO. “Tuttavia, va notato che i paesi che si trovano ad affrontare le maggiori sfide per il raggiungimento di una gestione forestale sostenibile sono anche quelli con il tasso più alto di povertà e conflitti civili”.

Le foreste a livello mondiale coprono circa 4 miliardi di ettari, vale a dire il 30 per cento dell’intera superficie terrestre. L’80 per cento di tutta l’area forestale mondiale è concentrata in soli 10 paesi. Dal 1990 al 2005 il mondo ha perduto il 3 per cento del suo territorio forestale totale, un calo medio di quasi lo 0.2 per cento l'anno, secondo i dati riportati nel rapporto.

Nel periodo compreso tra il 2000 ed il 2005, 57 paesi hanno registrato un aumento della copertura forestale, mentre 83 una diminuzione. Rimane alta, comunque, la perdita netta di foreste, che è stimata intorno a 7.3 milioni di ettari l’anno, pari a 20.000 ettari al giorno.

La perdita più alta di foreste primarie negli anni compresi tra il 2000 ed il 2005 si è registrata in Indonesia, Messico, Papua Nuova Guinea e Brasile.

Rapporto Fao su foreste

Le prospettive a livello regionale

Nella regione Asia e Pacifico, la superficie forestale netta è aumentata nel periodo compreso tra il 2000 ed il 2005, invertendo la tendenza negativa dei decenni precedenti. L’aumento però è stato principalmente in Asia orientale. In Cina, infatti, i grandi investimenti negli interventi di riforestazione hanno bilanciato l’alto tasso di deforestazione di altre zone.

La rapida crescita economica della regione potrebbe favorire una gestione forestale sostenibile, secondo il rapporto. In diversi paesi si stanno rafforzando le istituzioni forestali e vi è una maggiore partecipazione alle decisioni politiche, anche se i dati indicano che in alcuni paesi il disboscamento illegale è in aumento e che, a causa del riscaldamento globale, potrebbe esserci una recrudescenza degli incendi boschivi.

L’Africa e l’America Latina sono al momento le due regioni che registrano le maggiori perdite boschive. Il continente africano, dove si concentra circa il 16 per cento della superficie forestale mondiale, tra il 1990 ed il 2005 ha perso più del 9 per cento delle sue foreste. Nella regione America Latina e Caraibi, che ospita più del 47 per cento delle foreste del mondo, nel periodo tra il 2000 ed il 2005 si è registrato un incremento della perdita netta annuale, che è passata dallo 0.46 allo 0.51 per cento. Mentre, nello stesso periodo, l’Europa ed il Nord America hanno registrato un aumento della superficie forestale.

Incendi ed infestazioni

Le foreste sono anche esposte ad altre minacce, come infestazioni di insetti e di specie invasive, malattie delle piante e naturalmente incendi boschivi. La velocità dei trasporti e la facilità degli spostamenti intercontinentali, insieme al maggior volume di scambi internazionali, hanno favorito la diffusione di parassiti e malattie. Il rapporto rileva però che nei paesi in via di sviluppo è in atto una tendenza crescente ad adottare strategie di contenimento e di lotta alle infestazioni.

Anche se molti paesi riferiscono di incendi boschivi sempre più gravi ed estesi, non vi sono informazioni sufficienti per concludere che a livello globale sia aumentata la superficie totale bruciata o il numero degli incendi. Tra l’80 ed il 99 per cento degli incendi boschivi sono causati dall’uomo, nella forma di disboscamento o di incendi dolosi. Tra le principali cause non addebitabili all’intervento umano vi sono i fulmini.

Il cambiamento climatico

Ci sono chiare indicazioni che il riscaldamento globale avrà serie conseguenze sul patrimonio forestale del mondo, per la maggiore incidenza di incendi, infestazioni e malattie che potrebbe comportare. Nonostante le attese create dall’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto nel 2005, finora sono andati a rilento gli investimenti nel settore forestale volti a mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

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