Articoli

Energia dall’oceano

Le grandi onde e le correnti oceaniche possono rappresentare una fonte di energia: scienza e tecnologia si alleano per valutarla.

Oceani e mari non sono solo contenitori di forme di vita, sono anche magazzini di energia, di origine diretta e indiretta, per ora inutilizzate. Le sorgenti idrotermali calde, che immettono colonne di acqua bollente nelle fredde acque oceaniche, e l’energia immagazzinata a partire dalle radiazioni solari rappresentano le riserve d’energia termica diretta, prontamente disponibili. Se solo si potesse utilizzare l’uno per cento di questa energia, il fabbisogno energetico mondiale sarebbe soddisfatto. L’incessante movimento delle onde, delle maree e delle correnti sottomarine generano invece indirettamente enormi quantità di energia meccanica e cinetica che finora non hanno potuto essere sfruttate. E spesso le due energie convivono, come nel caso della Corrente del Golfo, potente e calda, e delle correnti fredde profonde, che muovendosi sono in grado di assorbire grandi quantità di calore.

Ricerca e tecnologia in questo ambito cominciano a offrire nuove opportunità. In Florida l’Atlantic University's Center of Excellence in Ocean Energy Technology rappresenta un esempio di come l’attività universitaria possa proficuamente interagire con l’industria e le istituzioni scientifiche governative. Lo scopo comune è quello di incoraggiare la ricerca, la definizione, la progettazione, la sperimentazione e la commercializzazione di tecnologie all’avanguardia per lo sfruttamento dell’energia che deriva dagli spostamenti delle grandi masse oceaniche. L’idea infatti è di utilizzare le grandi correnti, le fonti idrotermali, le onde, le maree, nel loro incessante formarsi e muoversi, per ottenere energia da fonte rinnovabile, da contrapporre alle circoscritte e limitate fonti fossili.

Turbine subacquee Il Centro ha perciò come obiettivo la creazione e lo sviluppo di nuove tecnologie industriali, pulite e sostenibili, per ottenere da una lato elettricità, acqua potabile e combustibile idrogeno, e per soddisfare le esigenze in termini di condizionamento d’aria, rese sempre più crescenti dall’aumento delle temperature atmosferiche. Inizialmente il Centro intende procedere con un impianto in piccola scala di turbine in alto mare, nel sud della Florida. Le pale delle turbine verranno fatte girare dal flusso costante della Corrente del Golfo. E’ previsto, con questa prima fase sperimentale, di raccogliere dati sul tipo di impatto che le turbine potrebbero creare all’interno dell’ambiente “oceano” o “Corrente del Golfo” e di eseguire le verifiche tecnologiche sul tipo d’impianto. Infatti, nonostante le innumerevoli prove di laboratorio, sono le prove sul campo che possono fornire informazioni più attendibili sulla validità del tipo di impianto. Le prove di funzionamento, previste inizialmente per poche ore, dovranno poi allungarsi a periodi più lunghi, fino ad un mese ed oltre. Ciascuna unità del sistema consisterà di una boa principale galleggiante ancorata al fondo con un cavo in acciaio, di una turbina da 20 kW ed di n generatore con relativi cavi di connessione, il tutto sotto il monitoraggio continuo di una coppia di boe di osservazione, dotata di telecamere subacquee e strumentazione di controllo. Ogni unità di sistema potrebbe poi essere replicato secondo le esigenze.

L’oceano, sinora pressoché inesplorato sotto questo punto di vista, va ad aggiungersi alla lunga serie di iniziative per ottenere energia da fonti rinnovabili: i ricercatori del FAU - Florida Atlantic University - si dicono convinti che grazie alle nuove tecnologie oggi sul banco di prova la Florida potrebbe diventare autosufficiente per il fabbisogno energetico e che il modello adottato potrebbe risultare applicabile in molte altre situazioni simili.

Per approfondimenti

http://coet.fau.edu/

Suggerimenti