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E' la p62 l'arma contro le demenze senili

I risultati di uno studio coordinato dalla Clinica Neurologica dell'Universita' di Torino sono di fondamentale importanza nella comprensione dei meccanismi che possono contrastare l'insorgenza di malattie neurodegenerative.

Le malattie che causano deficit cognitivo sino alla demenza sono diventate un grave problema socio-sanitario nei paesi occidentali. La piu' frequente causa di demenza e' l'Alzheimer ma esistono anche altre forme come la "demenza a corpi di Lewy" e quella "frontotemporale", che spesso non vengono diagnosticate correttamente e che possono sovrapporsi alla malattia di Alzheimer. 

Dipartimento di Neuroscienze Torino - logoSono stati pubblicati su Neurology, rivista internazionale di neurologia, i risultati di uno studio italiano, coordinato dal professor Lorenzo Pinessi, direttore della Clinica Neurologica dell'Universita' di Torino, che dimostra per la prima volta come la demenza frontotemporale sia dovuta a un'anomalia nel controllo del processo di deposizione di proteine anomale nel cervello. 

Il progetto di ricerca e' stato sviluppato dai medici del Centro per le Demenze (Unita' Valutativa Alzheimer) (Innocenzo Rainero e Elisa Rubino) e del Centro Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) (Adriano Chio') della Citta' della Salute e della Scienza di Torino (ex Molinette).

La scoperta è fondamentale, perchè sono proprio i processi di deposizione e di successivo accumulo di Alzheimer - effetti sul cervelloqueste proteine, spesso sotto forma di placche,  ad esercitare un effetto tossico sulle sinapsi che induce una lenta e progressiva morte dei neuroni (neurodegenerazione) e causa l'insorgenza delle demenze degenerative .

Nelle fasi iniziali di una malattia demenziale, i neuroni attivano un processo, chiamato autofagia, che porta a isolare le proteine anomale e a distruggerle, prevenendo l'aggregazione in placche.  Se questo processo non funziona in modo adeguato, il cervello non e' piu' in grado di difendersi da queste sostanze tossiche e la demenza diventa conclamata ed irreversibile.

Negli ultimi anni sono stati isolati diversi geni implicati nei processi neurodegenerativi. Tuttavia, non era ancora chiaro, come diversi geni che agiscono su diverse vie metaboliche, possono causare la degenerazione cerebrale.

In una vasta popolazione di pazienti con demenza frontotemporale sono state trovate numerose varianti nel gene Sequestosoma1 (SQSTM1). Questo gene codifica per una proteina, chiamata p62, che svolge un importante ruolo nel processo di autofagia neuronale, il  processo che provvede, appunto, a proteggere la cellula eliminando gli accumuli proteici alterati.

Alzheimer - placche amiloidi neuraliInoltre, lo studio ha confermato precedenti dati che avevano dimostrato anomalie dello stesso gene nei pazienti con Sla.  I neuroni che presentano una anomalia della proteina p62, pertanto, non sono in grado di allontanare le proteine tossiche e vanno rapidamente incontro a degenerazione.

Lo stesso gruppo di ricerca ha iniziato a valutare se lo stesso meccanismo possa essere coinvolto anche nella malattia di Alzheimer.

Lo studio italiano apre nuove prospettive di profilassi e di terapia delle demenze: sono, infatti, gia' iniziati negli animali da esperimento studi volti a potenziare dal punto di vista farmacologico il meccanismo dell'autofagia neuronale, permettendo cosi' al neurone di allontanare le proteine tossiche e bloccare i processi di morte cellulare.

Per i pazienti affetti da demenza e' stata aperta, quindi, una nuova interessante prospettiva per rallentare l'evoluzione della malattia.

 

 

 

 

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