La penicillina, il teflon, i vaccini, la forza di gravità e molte altre scoperte importanti sono avvenute in modo apparentemente casuale.
E' la serendipity la responsabile di tutto ciò, un atteggiamento mentale che ci permette di osservare il mondo senza preconcetti, in modo che le idee possano associarsi liberamente per farci comprendere relazioni e fenomeni che non saremmo stati in grado di cogliere altrimenti.
Non è quindi il semplice caso, ma la possibilità di utilizzare senza filtri limitativi le nostre conoscenze e capacità. Secondo alcuni studiosi, è associato al caso proprio perché nel momento in cui avviene qualcosa di imprevisto, più facilmente ci distogliamo da quello su cui siamo concentrati e apriamo la mente a nuove possibilità.
Chiunque può sperimentare la serendipity:
1) trovare un computer collegato ad internet;
2) inserire una parola in un motore di ricerca;
3) premere invio;
4) osservare il lungo elenco di link;
5) fare clic su quelli che interessano.
Alla fine, i dieci minuti programmati per la ricerca saranno diventati tre ore ed è probabile che non si avrà la risposta a quello che stavamo cercando, ma difficilmente si ammetterà di aver sprecato tempo. Perché, grazie alle associazioni che crea il web tra i contenuti che contiene, incappiamo facilmente in informazioni che ci interessano molto anche se non le stavamo cercando.
Questo accade quotidianamente nei laboratori di ricerca, dove non sempre gli esperimenti danno i risultati attesi, e talvolta la serendipity viene in aiuto per interpretarli portando a scoperte inattese.
Ed ecco come sono nate anche grazie alla serendipity alcune delle invenzioni ormai parte della nostra quotidianità:
- Champagne: l'invenzione risale al Diciassettesimo secolo ad opera dell'abate Benedettino Dom Pierre Pérignon, ma quello che ottenne era ben diverso da quello che cercava di realizzare, anche perché la presenza di bollicine all'interno del vino era considerato segno di scarsa qualità. Stava cercando di isolare un vitigno pregiato e di migliorare le tecniche di conservazione. La sua scelta cadde sul Pinot Noir, già coltivato nella regione di Champagne. Un anno dovette però effettuare una fermentazione su due anni, probabilmente a causa del tempo non sufficientemente caldo, imbottigliando il vino per tutto il secondo anno. La fermentazione fu tale che alcune bottiglie scoppiarono. Nonostante i tentativi di Pérignon, le bolle di anidride carboniche erano veramente molte e formavano una schiuma compatta ed eradicarle non fu possibile. Per fortuna: perché furono un vero successo tra gli aristocratici. Invece di buttare via il proprio lavoro, Pérignon intuì le potenzialità e affinò la tecnica di produzione che divenne lo standard anche per altri produttori.
- Patate fritte a sfoglia: le patate fritte croccanti e sfoglia sottile sono state inventate solo nel 1853, a Saratoga, nello stato di New York. Tutto accadde dentro un ristorante dove il magnate delle ferrovie, Cornlius Vanderblit, continuava a rifiutarsi di mangiare le patatine che gli venivano servite, perché troppo spesse e molli. Nonostante lo chef, George Crum, ne avesse preparate diverse versioni, sempre più sottili, sembrava che non andassero mai bene, finché decise di farle sottili come fogli di wafer e croccanti. Inizialmente il magnate protestò perché non era possibile prenderle con la forchetta, ma non appena le assaggiò cambio idea, lodandole e provocando una reazione a catena perché, a quel punto, tutti nel ristorante ne vollero una porzione. La tenacia di George Crum aveva dato i suoi frutti.
- Penicillina: era il 1928, Alexander Fleming rientrava a casa dalle sue vacanze e si accorse che su una piastra di coltura, che aveva dimenticato di buttare, era cresciuta una muffa. Il primo impeto fu di buttarla, ma poi, un dettaglio catturò la sua attenzione: gli stafilococchi, che aveva inserito in quella piastra non crescevano intorno alla muffa. Infatti, la muffa produceva una sostanza, la penicillina, in grado di inibire i batteri. Ci vollero diversi anni perché fosse possibile produrre questo antibiotico su scala industriale (1945), però c'è da chiedersi cosa sarebbe successo se Fleming avvesse buttato via la piastra senza osservarla, visto che, tutto sommato, si trattava solo di un errore di distrazione.
- Microonde: nonostante in Italia si sia diffuso solo negli anni Novanta, l'invenzione del microonde risale al 1945. Percy Lebaron Spencer, un ingegnere americano, stava cercando di mettere a punto un magnetron per produrre onde radar. Ad un certo punto si accorse che la tavoletta di cioccolato che aveva in tasca si era sciolta. Colse subito l'importanza della scoperta: le microonde prodotte dal magnetron sono in grado di scaldare il cibo rapidamente e senza l'uso del fuoco, grazie alla possibilità di "agitare" le singole molecole polari che compongono tutti i cibi (proteine, grassi e zuccheri sono molecole polari). Infatti, la prima prova intenzionale che fece - preparare dei popcorn - confermò la sua tesi. Lebaron Spencer non era nuovo alle invenzioni, aveva già collezionato oltre 100 brevetti, e utilizzò la scoperta per creare il primo forno a microonde sperimentale.
- Pacemaker: era il 1958, Wilson Greatbatch stava lavorando su un dispositivo che permettesse di identificare e registrare i battiti irregolari del cuore. Mentre stava costruendo una delle varianti inserì un resistore del tipo sbagliato all'interno del dispositivo. Si apprestava ad usarlo quando notò che il circuito iniziò a pulsare. Rapidamente collegò questo fenomeno a quello del battito cardiaco e si mise a sviluppare il suo primo prototipo di pacemaker impiantabile che vide la luce (e il brevetto) nel 1960.
- Post-it notes: Spencer Silver, un ricercatore della 3M, nel 1970 era alle prese con l'invenzione di una colla che nella sua intenzione doveva essere più forte di tutte quelle già disponibili. Una delle preparazioni si dimostrò l'esatto contrario: cioè un blando adesivo che poteva essere rimosso facilmente. Ne parlò in azienda, pensando potesse trovare comunque applicazione, ma nessuno gli diede retta. Ci vollero quattro anni perché ne fosse riconosciuto il valore: Arthur Fly, un suo collega e membro di un coro, era molto irritato per il fatto che i segnalibri che poneva tra gli spartiti regolarmente cadevano quando li apriva. Tornato in ufficio, gli venne in mente l'idea di Silver e provò ad applicare un pò della sua colla ai segnalibri, ottenendo l'effetto desiderato: i pezzettini di carta stavano fermi ma potevano essere rimossi senza danneggiare le pagine. Vendette l'idea alla 3M che iniziò a commercializzare i post-it nel 1977.