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Dietro la mascherina: un robot!

La chirurgia robotica consente al medico di praticare un intervento chirurgico manovrando a distanza un robot attraverso una consolle, mentre gli infermieri e gli anestesisti possono osservare il tutto su un monitor touchscreen.

Un uomo dietro una consolle che manovra i bracci di un robot. No, non siamo in una sala giochi, ma in un ospedale.

L’uomo è il chirurgo generale Pier Cristoforo Giulianotti e il robot si chiama Da Vinci. Siamo a Grosseto, una decina di anni fa, e il medico sta gettando le basi di un nuovo ed innovativo modo di operare: la chirurgia robotica, che consente all'operatore di praticare un intervento chirurgico manovrando, a distanza, un robot  non completamente autonomo ma capace di eseguire movimenti comandati.

Dal 2000 ad oggi, a poco a poco, sono arrivati nel comune toscano oltre 400 chirurghi per imparare come si opera col robot, mentre la chirurgia robotica ha iniziato ad imporsi in tutto il nostro Paese.

Robot Da VinciSi sono fatti molti passi in avanti in questo settore, passando da piccoli interventi mininvasivi ad asportazioni di tumori e ricostruzioni di organi. Il robot Da Vinci è ormai presente in diversi ospedali italiani, tra cui per esempio quelli di Aosta, Savona, Padova e Bari.

L'impiego della chirurgia robotica in sala operatoria garantisce interventi ad alta precisione e con elevati standard di sicurezza per il paziente.

La consolle è il centro di controllo del robot. È utilizzata dal chirurgo per guidare gli strumenti che si muovono all'interno del corpo del paziente e svolgere così l'intervento. È composta da due lenti oculari, attraverso le quali il medico visualizza le immagini in tre dimensioni e ad alta risoluzione. Sono possibili ingrandimenti fino a dieci volte la grandezza reale, garantendo un’osservazione precisa anche dei punti molto piccoli. Inoltre la tecnologia ha permesso di visualizzare in modo estremamente dettagliato la distribuzione, per esempio, dei vasi sanguigni. Questo è possibile attraverso la somministrazione di coloranti fluorescenti visibili attraverso l’occhio di una telecamera apposita. Le manopole della consolle sono studiate per garantire al chirurgo la sensazione di muovere i bracci del robot e gli strumenti montati su di essi, come se fossero il naturale prolungamento delle proprie dita.

Robot Da VinciIl carrello paziente è il componente operativo. È dotato di quattro bracci, su cui sono montati gli strumenti chirurgici che vengono introdotti nel corpo del paziente. Questi sono dotati di una libertà di movimento molto superiore rispetto alla mano e al braccio umano.

Inoltre tutto il team di infermieri e anestesisti impiegato nell'operazione può seguire le azioni del chirurgo alla consolle, avendo a disposizione le medesime immagini ad alta risoluzione inviate dalle telecamere su un monitor touchscreen.

Oltre alle potenzialità già citate, l’uso del robot è molto utile, per esempio, negli interventi al fegato e al pancreas, nell’asportazione di cisti, calcoli, tumori e per altre operazioni, compresi i trapianti da vivente (per esempio di fegato), spesso in modi preclusi alle mani del chirurgo.

A Modena è stata asportata una tiroide senza incisioni nella gola, ma passando dall'ascella, e a Pisa si è tolto un tumore uterino a una donna gravemente obesa che non avrebbe sopportato un intervento addominale classico.

In alcune operazioni il chirurgo utilizza strumenti lunghi anche una trentina di centimetri, che amplificano il naturale tremore, e può avere una visione solo bidimensionale. Da Vinci elimina anche questo inconveniente.

La chirurgia robotica è il futuro. Negli USA, per esempio, il tumore alla prostata non viene più operato in modo classico con il bisturi. Il nostro Paese sarà pronto a scommettere su questa nuova frontiera della medicina?

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