A Torino è scattato l’allarme tumore della pelle. La città risulta, infatti, avere il più elevato numero di casi di melanoma (il tumore più aggressivo e mortale se non diagnosticato per tempo), 19 ogni 100mila abitanti, a fronte di una media italiana di 12 casi.
Il Piemonte, con 560 nuovi casi l'anno, nel 2010 ha registrato 332 pazienti ricoverati per melanoma, di cui 141 all’ospedale dermatologico San Lazzaro di Torino, il centro piemontese di riferimento per questo tumore.
I dati, raccolti dal Servizio di rilevazione epidemiologica del Centro di Prevenzione Oncologico del Piemonte. sono stati discussi nel corso di un recente convegno tenutosi in città, i cui lavori sono stati presieduti dal Dottor Paolo Broganelli, responsabile del servizio di Epiluminescenza delle Molinette di Torino, Centro d’eccellenza per la diagnosi precoce di questo tipo di tumore.
I tumori cutanei sono, nel loro complesso, i più frequenti nella nostra popolazione: in Italia sono 9.000 ogni anno le nuove diagnosi di melanoma. Considerato un tumore raro fino a pochi anni fa, negli ultimi dieci anni si è visto un aumento dell’incidenza del 15% a livello nazionale e maggiore in Piemonte.
Tra le cause di questo incremento troviamo un cambiamento delle abitudini di vita, un’errata esposizione al sole e ai raggi ultravioletti ed il mancato impiego di filtri solari ad alta protezione. La buona notizia è che la mortalità per questo tipo di neoplasia non è, fortunatamente, in crescita. Anzi, si è registrata una lieve flessione, soprattutto nei giovani, grazie alla diffusione della cultura della prevenzione e alla diagnosi precoce.
Come sottolineato dal Dott. Broganelli, se la diagnosi avviene in una fase iniziale, la mortalità e le malattie per tumori della pelle possono essere ampiamente ridotte. La prevenzione può avvenire solo sensibilizzando la popolazione a non sottovalutare le lesioni della pelle e a sottoporsi a visite e controlli a intervalli regolari dal proprio medico di famiglia e ricorrendo allo specialista dermatologo nei casi dubbi o sospetti. Bisogna, insomma, sfruttare l’unico importante vantaggio che questa patologia offre: quello di comparire e crescere nell'unico organo interamente visibile del nostro corpo. Questo aspetto permette di effettuare diagnosi corrette anticipate rispetto all'inizio del reale rischio sulla salute generale dei cittadini.
Negli ultimi anni l'aumento marcato dell'incidenza dei tumori cutanei ha indotto gli operatori ad affinare le tecniche di riconoscimento nelle fasi iniziali della loro comparsa, quando l'occhio da solo non è in grado di fare un’accurata diagnosi precoce. In quest'ottica risulta necessario diffondere il più possibile le tecniche più avanzate, attraverso corsi avanzati e master, diretti ai dermatologi, allo scopo di far fronte comune alla lotta al melanoma. Mai come oggi questo è necessario soprattutto in regioni del nord Italia.
La dermatoscopia rappresenta una metodica non-invasiva per la diagnosi dei tumori cutanei in genere, che è divenuta un vero e proprio caposaldo per la gestione clinica dei pazienti che arrivano in ambulatorio per il controllo dei nevi. La dermatoscopia mette in evidenza strutture microscopiche non visibili ad occhio nudo e, come dimostrato in più studi, permette un fondamentale miglioramento della capacità diagnostica del medico.
Possiamo affermare che una visita dermatologica per lesioni cutanee senza la dermoscopia non ha più alcun senso, come priva di senso sarebbe una visita cardiologica senza elettrocardiografia. Questa tecnica consente, inoltre, di contenere i costi grazie a diagnosi più precise e a un conseguente minor numero di interventi non strettamente necessari.
Una volta diagnosticato il melanoma è necessario scegliere una tipologia di intervento che consenta la radicalità dell’asportazione e la definizione istologica della lesione da parte del patologo. In caso di conferma diagnostica di melanoma si procederà con l’iter secondo quanto indicato dalle linee guida che prevedono approcci innovativi sia per quanto riguarda l’asportazione chirurgica che la terapia medica.
Un richiamo particolare va agli uomini calvi: attenzione ai rischi di tumore del cuoio capelluto dovuti a sovraesposizione ai raggi solari. In questi casi un cappellino può davvero diventare un salvavita.