Da oggi parte la caccia alle onde gravitazionali. Un esperimento che vede l’Italia in prima fila, le attese scientifiche sono tante perché queste onde, come quelle che si creano da un sasso gettato nello stagno, sarebbero state provocate da eventi violentissimi avvenuti all’inizio della storia dell’universo: a generarle potrebbero essere state esplosioni di supernovae o lo scontro di buchi neri, fenomeni previsti dalla teoria della relatività di Einstein, ma finora mai dimostrati. La caccia parte da Cascina vicino a Pisa dove è in corso l'esperimento italo-francese che vede protagonista l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).
Tutto avviene con un interferometro di Michelson, dotato di braccia ortogonali di 3 km. Il progetto, dal valore di 400 milioni di euro al quale lavorano 800 ricercatori, denominato Virgo, fa parte dell'osservatorio gravitazionale EGO, ed e' dotato del piu' grande interferometro europeo che da oggi si unisce agli altri strumenti dello stesso tipo del progetto Ligo negli Stati Uniti e a Geo600 in Germania, formando, insieme, un'unica grande antenna virtuale che parte dall'Italia, attraversa l'Atlantico e arriva sulle coste del Pacifico.
Si tratta di macchine basate su fasci laser di altissima precisione che rimbalzano per chilometri su specchi perfetti sospesi a strutture di pendoli e contrappesi, che impediscono la benche' minima vibrazione, che non sia quella di un onda gravitazionale che arriva dal cosmo. L'inizio di questo esperimento internazionale permettera' di identificarle con certezza e capire la loro origine e la loro struttura.
Sebbene Virgo abbia la tecnologia piu' sofisticata, le quattro antenne della rete si basano sullo stesso principio: due braccia lunghe fra tre e quattro chilometri disposte perpendicolarmente. Nel tunnel al loro interno, ad una delle estremita' una sorgente laser emette un fascio di luce orientato in modo da non arrivare al rivelatore che si trova all'estremita' dell'altro braccio. Un sistema di specchi fa rimbalzare la luce avanti e indietro, in modo da farle percorrere una distanza molto maggiore rispetto alla lunghezza del tunnel e pari a un centinaio di chilometri.
Quando arriva un'onda gravitazionale avviene una perturbazione infinitesima, piu' piccola delle dimensioni di un atomo ma sufficiente a provocare uno sfasamento tra i fasci laser in modo che la luce raggiunga il rivelatore.
"Mettere in rete piu' antenne - ha osservato il vicepresidente dell'Infn, Sergio Bertolucci - permette di catturare i segnali in modo piu' chiaro e preciso, e soprattutto di indicarne il punto di origine, il modo in cui si propagano e come vibrano".