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Biosicurezza: uno strumento per salvaguardare il futuro della Terra

Il ricercatori del progetto internazionale PLANTFOODSEC, coordinato da Agroinnova, Centro universitario torinese di eccellenza, lavorano per preservare il patrimonio vegetale e la sicurezza dei prodotti alimentari

Viviamo su un pianeta "a scadenza",  nel quale l'impronta ecologica, ovvero il consumo di risorse naturali da parte dell'uomo, è in costante aumento e supera ampiamente la capacità da parte della Terra di rigenerarle.

PlantfoodsecEcco perchè preservare le piante,  l'agricoltura e garantire la sicurezza dei prodotti alimentari  è oggi uno degli obiettivi principali della comunità internazionale.  Con questi obiettivi è nato il progetto Plant and Food Biosecurity - Network of Excellence, finanziato dalla Commissione Sicurezza della UE con 6 milioni di Euro, avviato nel 2011 e coordinato da Agroinnova, il Centro di Competenza per l’innovazione in campo agro-ambientale e agro-alimentare dell’Università di Torino

E' dunque un Centro di ricerca, un'eccellenza torinese, a essere leader di un network virtuale di livello Agroinnova logointernazionale formato da 13 Partner, provenienti da 8 Paesi e distribuiti in 3 continenti, che lavora per migliorare la qualità e l’impatto della ricerca e della formazione in Europa sui temi connessi alla biosicurezza e in particolare sulla gestione di emergenze causate dall’introduzione accidentale o deliberata di patogeni nelle aree coltivate.

Un mappatura, in ordine di priorità, delle coltivazioni maggiormente a rischio e dei patogeni potenzialmente più pericolosi; la messa a punto di un modello efficace di analisi del rischio e soprattutto la progettazione di una piattaforma di diagnostica virtuale basata sul web per far fronte in tempi rapidi ad eventuali emergenze.

Sono questi i primi risultati del progetto, giunto a metà del suo percorso (si concluderà, infatti, dopo cinque anni di lavoro, alla fine del 2015), presentati di recente a Pechino nel corso dell’International Congress of Plant Pathology.

Biosicurezza - Food securityPartendo dalla considerazione che la diagnosi è l’elemento chiave nella gestione di emergenze legate alla biosicurezza, nell’ambito del progetto PLANTFOODSEC è stata avviata la progettazione di uno strumento in grado di rivoluzionare potenzialmente le capacità di risposta in questo settore: si tratta di un network virtuale che sfrutta la piattaforma internet e le tecnologie ad essa connesse per mettere in rete gli agronomi, che spesso sono i primi a rendersi conto sul campo di un’emergenza, con i laboratori più all’avanguardia di ogni parte del mondo.

Il sistema, battezzato provvisoriamente con il nome di EUPFSIS (EU Plant and Food Security Information System) non è altro che una sorta di “database interattivo”, ovviamente ad accesso riservato, che permetterà agli agronomi di inviare direttamente in tempo reale immagini e video dell’epidemia ai laboratori internazionali più attrezzati, i quali a loro volta potranno attingere a una enorme quantità di dati messa a disposizione dai vari Istituti sulla piattaforma e di interfacciarsi fra di loro in modo da condurre un’analisi approfondita in tempi rapidissimi e in modo coordinato.

Grazie a EUPFSIS sarà possibile definire dei livelli di allarme per ciascuna emergenza (locale, regionale, nazionale, internazionale) e analizzare il problema in modo coordinato e in tempi rapidi.

I primi due anni e mezzo di lavoro sono stati dedicati inoltre a stilare una lista in ordine di priorità delle coltivazioni maggiormente a rischio e dei patogeni potenzialmente più pericolosi, aspetti fondamentali per mettere a punto qualunque tipo di strategia.

Progetto PLANTFOODSEC - biosicurezza, analisi di laboratorioPer quanto riguarda le prime è stato messo a punto un elenco di 451 piante suddivise in 11 gruppi: dalle piante aromatiche e medicinali alle sementi, dalle piante destinate all’orticultura ornamentale a quelle coltivate in campo. Sono poi stati definiti dei criteri di importanza, collegati al ruolo economico e sociale della coltivazione, al suo consumo e al suo impatto ambientale.

Sulla base del loro valore in termini di produzione, le piante sono state selezionate  fino ad arrivare ad una “short list” delle 20 colture più importanti del pianeta che servirà a determinare anche le successive strategie di difesa e di risposta rapida in caso di introduzione di patogeni.

Anche i patogeni sono stati studiati e selezionati fino ad arrivare ad una lista di 522, che include insetti, funghi, batteri e virus. Sono quindi stati identificati alcuni criteri per caratterizzarli ed ordinarli ulteriormente, come ad esempio la presenza in Europa del patogeno e del suo ospite o la tipologia e le caratteristiche dell’ospite. Un approfondimento particolare è stato riservato nel Progetto allo studio dei patogeni pericolosi per l’uomo e veicolabili dalle piante, sulla scorta degli esempi verificatisi anche recentemente in Europa come l’epidemia di Escherichia Coli in Germania nel 2011, causata da sementi infette provenienti dall’Egitto.

Il Progetto PLANTFOODSEC infine ha sviluppato un modello di analisi del rischio che, in caso di epidemie e in tempi rapidi, aiuterà a capire quante probabilità ci sono che l’epidemia sia stata causata Maria Lodovica Gullino - direttore di Agroinnovavolutamente dall’uomo e quante che si tratti di un’introduzione accidentale. Sulla base di questi risultati è possibile successivamente indirizzare le ricerche e gli studi successivi con maggior precisione e rapidità.

Come sostiene il direttore di Agroinnova, Maria Lodovica Gullino, "Oggi più che mai l’Europa deve attrezzarsi per il futuro, un futuro che vede i prodotti agricoli, e alimentari in genere, viaggiare incessantemente da un continente all’altro e nel quale la sorveglianza e la capacità di rispondere in tempi rapidi ed efficacemente a qualunque tipo di minaccia alla sicurezza alimentare - sia essa accidentale o volontaria - non sono solo raccomandabili, ma necessarie. In questo senso non posso essere che orgogliosa del fatto che il nostro Paese sia all’avanguardia in questo settore di ricerca, e la leadership riconosciuta ad Agroinnova nell’ambito di questo progetto ne è una testimonianza concreta”.

Una leadership della quale l'ambiente della ricerca torinese non può che essere fiero.

 

 

 

 



 

 

 

 

 

 

 

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