Centri di ricerca, agenzie governative e università in particolare negli Stati Uniti, Nuova Zelanda e Australia ormai da anni, più recentemente anche in Europa, sono attivamente impegnati nel campo della biosicurezza, ovvero la protezione delle risorse agricole dall'immissione intenzionale o non intenzionale di agenti patogeni nelle colture e nella catena agro-alimentare.
Ricorderete come nel maggio del 2011 un ceppo molto virulento di Escherichia Coli creò il panico nella popolazione europea. L’epidemia, nata in Germania nell’area di Amburgo e poi diffusasi rapidamente in diversi paesi dell'Europa attraverso il consumo di un particolare tipo di insalata, creò vittime e numerosi contagi.
Per rimanere in Italia, nel 2004, la Peronospora, una malattia delle piante, colpì le coltivazioni di basilico del basso Piemonte e della Liguria, per poi diffondersi anche in Toscana, nel Lazio e in Sardegna. Questa causò gravi danni alle colture, una forte riduzione delle produzioni e una crisi occupazionale degli addetti al settore. I semi arrivavano dall’Africa, in cui quel patogeno è endemico. Quando però la malattia era arrivata nel nostro paese, dove era sconosciuta, fu molto difficile combatterla.
In un mercato in cui le merci viaggiano ogni giorno da un continente all'altro e un patogeno impiega una settimana a spostarsi da una parte all'altra del pianeta, i rischi che si corrono sono in costante aumento.
Nasce la necessità di formare un sistema internazionale che agevoli lo scambio di competenze in materia, creando i presupposti per la messa a punto di sistemi di diagnosi e risposta rapidi ed efficaci in grado di tutelare al meglio i consumatori.
Avviato nel febbraio 2011 proprio con lo scopo di creare un Centro di Competenza virtuale sul tema della biosicurezza e finanziato con quasi 6 milioni di Euro dalla Commissione Europea Sicurezza, il progetto PLANTFOODSEC, che vede come partner italiano Agroinnova, il Centro di Competenza per l’Innovazione in campo Agro-ambientale dell’Università di Torino, dà oggi i primi risultati.
Al fine di potenziare le capacità di prevenire, riconoscere e combattere le malattie alimentari, creare modelli di rischio che tengano conto del fattore economico, sociale e ambientale di atti di agro-terrorismo (immissione intenzionale di patogeni), garantire la disponibilità dei risultati per i responsabili politici e il grande pubblico, si sono riuniti in questi anni per prendere parte all'iniziativa esperti in materia e ricercatori, provenienti da 13 Paesi in tutto il mondo.
Recentemente questi studiosi si sono radunati presso la sede belga della Banca Monte Paschi, incontro organizzato proprio da Agroinnova e, dati alla mano, hanno evidenziato i progressi fatti fino ad ora e messo a punto nuove strategie.
Con i risultati ottenuti infatti verranno creati una mappatura delle diverse specializzazioni a livello europeo, in modo da utilizzare in ogni occasione le strutture e gli esperti più idonei, con risparmio di tempo e risorse; strumenti per capire con maggiore precisione se i patogeni sono stati introdotti deliberatamente o accidentalmente e strategie di comunicazione adeguate.
Per maggiori informazioni su PLANTFOODSEC: www.plantfoodsec.eu