Articoli

Alla scoperta dei segreti dei muscoli con il Prof. Merletti del LISIN

E' attivo da oltre dieci anni il laboratorio di ingegneria neuromuscolare del Politecnico di Torino diretto dal Prof. Merletti. Oggi rappresenta un'eccellenza della ricerca a livello europeo.

Prof. Roberto Merletti Ha ormai compiuto dieci anni un’eccellenza piemontese nel campo della ricerca, il Lisin, laboratorio di ingegneria del sistema neuromuscolare e della riabilitazione motoria che è stato fondato ed è diretto da Roberto Merletti, bioingegnere, docente al Politecnico di Torino, con un passato alla Boston University. Ingegneri, fisici, medici lavorano a stretto contatto per lo studio del sistema neuromuscolare attraverso l’analisi dei segnali elettrici cutanei prodotti da contrazioni volontarie o indotte con stimolazione elettrica. In questi anni sono cresciute le collaborazioni con università italiane e straniere, da Aalborg in Danimarca al Minessota negli Usa, fino al Karolinska Istitute di Stoccolma in Svezia, ma soprattutto si è incrementata la collaborazione con i centri di ricerca privati.

Questi dieci anni possono essere riassunti in 111 pubblicazioni sulle migliori riviste internazionali di bioingegneria e fisiologia che portano la firma dei ricercatori del Lisin. Il primo obiettivo strategico – spiega il professor Merletti - è sempre stato quello di promuovere l’aggregazione e la convergenza di interessi e attività dei ricercatori clinici e accademici Europei, operanti nel settore della bioingegneria del sistema neuromuscolare. lisin2 Il secondo è quello di integrare le attività locali, nazionali ed internazionali contribuendo allo sviluppo e al trasferimento di conoscenze e standard metodologici per mezzo di corsi, seminari ed altre opportunità di formazione e ricerca. Il terzo è la promozione di iniziative di trasferimento di tecnologie e conoscenze alle strutture cliniche e alle piccole e medie aziende. Proprio questo ultimo settore è quello dove si sta registrando la maggiore espansione.

Il professor Roberto Merletti, con la sua equipe di ricercatori, da anni studia un particolare segmento della bioingegneria: i segnali elettrici che sono capaci di far contrarre i muscoli. Sono indicazioni importanti, soprattutto perché possono servire, ad esempio ai medici, per capire cosa succede nel caso di paralisi o di malattie neuromuscolari. lisin6 Negli anni scorsi i ricercatori sono stati impegnati per studiare una nuova apparecchiatura in grado di realizzare un elettromiogramma, una specie di elettrocardiogramma del muscolo. Applicando sui muscoli alcuni elettrodi è possibile avere sullo schermo delle immagini che raffigurano la contrazione. Grafici importanti, che variano profondamente quando si è sotto sforzo, che possono essere di aiuto per medici, fisiatri, allenatori sportivi

Come ci spiega il professor Merletti, molto spesso, se non sempre, gli studi fisiologici di base e le applicazioni cliniche innovative necessitano di strumentazione specificatamente progettata, difficilmente disponibile sul mercato. Per questa ragione, circa un terzo delle persone impiegate al Lisin è attivo nel settore della progettazione hardware/software, ed un Laboratorio Hardware è disponibile per la produzione ed il collaudo di prototipi. Nel corso degli ultimi anni la collaborazione con aziende partner operanti nel settore si è fatta sempre più stretta, allo scopo di ingegnerizzare i prototipi realizzati e di operare un trasferimento tecnologico in una piccola produzione in serie, che possa soddisfare i requisiti di qualità ed affidabilità richiesti dal crescente numero di collaboratori clinici in tutto il mondo.

lisin1 Negli ultimi cinque anni di attività il Lisin ha organizzato dodici corsi per personale sanitario e più di dieci seminari internazionali, numerosi inoltre sono stati i riceratori stranieri transitati nel centro torinese. Ma il problema più grande rimane quello di trovare giovani ricercatori che rimangano a lavorare al Politecnico: “alcuni hanno scelto l’industria privata, si sono messi in proprio, questo sistema che si basa sulle borse di studio, sui contratti a termine non dà sicurezza. Le capacità di questi ricercatori hanno permesso di attivare canali di finanzaiemnto con l’Unione europea, di collaborare proficuamente con l’industria privata, eppure ci troviamo di fronte a una situazione paradossale. Da anni si registra un fenomeno che solo in apparenza potrebbe sembrare contraddittorio, noi assistiamo alla fuga dei cervelli, ma anche ai cervelli che dall’estero arrivano qua – spiega Merletti– Questo significa che nel panorama internazionale il livello delle nostre ricerche è eccellente. Eppure abbiamo non poche difficoltà a trovare i ricercatori. Noi oggi siamo in grado di offrire alcune possibilità di lavoro, con uno stipendio medio di 1500 euro lordi, ma non è facile trovare chi voglia fare questa scommessa.”

Citato in