Da pochi giorni l’ospedale infantile Regina Margherita di Torino è dotato di un neuronavigatore. Si tratta di un sofisticato sistema di elaborazione tridimensionale delle immagini Tac o da risonanza magnetica nucleare precedentemente acquisite sul paziente che, nel corso dell’intervento, consente di individuare il punto esatto in cui il neurochirurgo sta lavorando.
Prima dell’intervento il paziente viene sottoposto a Tac e Rmn secondo una procedura particolare. Le immagini vengono quindi trasferite ed elaborate tridimensionalmente dal sistema informatico del neuronavigatore. Questo consente al neurochirurgo di pianificare a video la strategia chirurgica scegliendo l’approccio più idoneo da tenere durante l’intervento.
Grazie a un sistema di rilevamento del profilo cutaneo, le immagini precedentemente acquisite vengono interfacciate con il paziente ed è così possibile avere la traiettoria tridimensionale della via chirurgica scelta per asportare determinate parti.
Questo sistema consente di localizzare lesioni cerebrali superficiali e profonde, come tumori o malformazioni vascolari, scegliendo la via più diretta e sicura ed evitando quelle aree che, se lesionate, potrebbero dare un deficit neurologico permanente. In ambito pediatrico l’applicazione di questa tecnologia comporta un migliore decorso post operatorio e una riduzione dei tempi di degenza, senza provocare ulteriori stress al piccolo paziente.
La dottoressa Paola Peretta ha spiegato che “i campi principali di utilizzo del neuronavigatore sono la chirurgia tumorale, la chirurgia delle malformazioni vascolari, la neuroendoscopia, la chirurgia dell’epilessia e quella vertebrale”.
L’apparecchiatura è costata 200 mila euro, interamente a carico di Forma, la Fondazione ospedale infantile Regina Margherita Onlus e della Fondazione Caterina Farassino, nata per aiutare i bambini in condizioni economiche disagiate e per ricordare la figlia del cantante e attore Gipo Farassino, morta in un incidente stradale.
Intanto sempre all’ospedale Regina Margherita si sta lavorando per realizzare un centro interdisciplinare per il trattamento chirurgico dell’epilessia farmaco resistente. Il primo passo è l’acquisto del macchinario necessario, un neuropoligrafo. Sempre Forma è impegnata poi nella realizzazione del nuovo blocco operatorio, con ulteriori cinque sale per gli interventi chirurgici, per un investimento di 5 milioni e mezzo di euro.