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A Infini.To il viaggio nello spazio è in 3D

Il nuovo planetario digitale di Pino Torinese si avvale del sistema digitale di proiezione più avanzato al mondo per creare immagini di un cielo sempre più realistico

Fin dall'antichità gli uomini, per cercare di dare una spiegazione ai moti celesti e a quello che avveniva nello spazio, hanno elaborato teorie osservando l'Universo stesso. E per fare questo hanno cercato di costruire marchingegni sempre più sofisticati che li potessero aiutare nell'intento.

Le più antiche rappresentazioni del cielo sono i globi celesti, che risalgono all'antichità classica: la tradizione attribuisce ad Anassimandro di Mileto la costruzione del primo.
Planetario Digitale - TorinoTra il I a.C. e il III secolo d.C. venne poi costruita la Macchina di Antikythera, un congegno meccanico con complicati ingranaggi, che serviva per calcolare il sorgere del Sole, le fasi lunari e il movimento dei pianeti.
Tolomeo e Ipparco usavano invece per i loro studi l'astrolabio, che dal greco significa letteralmente "preditore di stelle".
Fu poi in Inghilterra all'inizio del 18° secolo che venne inventato il primo planetario, costruito da Andreas Busch, che creò una grande sfera cava di rame di quasi quattro metri di diametro e del peso di oltre tre tonnellate, in cui si poteva entrare e osservare le stelle disegnate all'interno.

Da allora ad oggi si sono compiuti numerosi studi, i dati raccolti sono molto accurati e le innovative tecnologie a disposizione permettono di poter costruire strumenti veramente straordinari.

Ne è un esempio il nuovo planetario digitale di Infini.to (il Museo dell'Astronomia e dello Spazio di Pino Torinese), aperto al pubblico dallo scorso 17 marzo, che sfruttando la tecnologia Digistar5, permette di scoprire nuovi mondi, sorvolare pianeti osservando da vicino spettacolari dettagli 3D del terreno, seguire satelliti e sonde spaziali a spasso per il cosmo e ammirare un cielo notturno sempre più realistico.

Il Planetario è un simulatore del cielo: ciò che si vede non è reale ma ricostruito. È costituito da due componenti fondamentali: un sistema di proiezione (ottico-meccanico o digitale), predisposto per rappresentare il cielo e i moti celesti, e uno schermo semisferico. Le simulazioni della volta celeste vengono effettuate in base ai dati reali della Nasa, scaricati una volta al mese dai satelliti in orbita.

Spettacolo Planetario di TorinoIl nuovo sistema di proiezione Digistar5, prodotto dalla ditta americana Evans & Sutherland, è il sistema digitale fulldome più avanzato al mondo. Un sistema di 10 computer gestisce la proiezione e l'audio. La visione fulldome sulla cupola è realizzata con 2 proiettori JVC, i quali forniscono una maggiore risoluzione e nitidezza delle immagini e un cielo notturno che sembra quasi reale. Il Digistar5 impiega una tecnologia altamente flessibile che consente di personalizzare in tempo reale gli spettacoli astronomici adattandoli a diverse tipologie di pubblico. Grazie a questa tecnologia e con l’impiego del Digital Sky, una base dati del cielo, è possibile sorvolare Sole e pianeti, viaggiare nello spazio e nel tempo fino all’inizio del Big-Bang.

Proprio per compiere un viaggio indietro nel tempo e capire storie e miti del passato, è in scena lo spettacolo Le Stelle di Atlantide, che racconta il rapporto delle antiche civiltà con la volta stellata, tra scienza, profezia, astrologia e leggenda.

Sotto la volta del Planetario si viaggia nell'universo, nello spazio e nel tempo, con il naso all'insù, tra galassie e buchi neri, supernove e pianeti sconosciuti. Ci si siede sotto le ottantotto costellazioni della volta celeste e si esplorano regioni di spazio che si possono solo immaginare. Si guarda da vicino la superficie di Venere e Giove.

Uno spettacolo che lascia a bocca aperta, per curiosi, per appassionati di astronomia e un ausilio didattico, per imparare, scoprire e capire quello che accade nello spazio.

Per maggiori informazioni: www.planetarioditorino.it



 







 



 



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