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17 giugno: Giornata Mondiale della Desertificazione

Un evento che si ripete ogni anno per richiamare l'attenzione dei Grandi della Terra su un grave problema che affligge l'umanità e che va estendendosi progressivamente.

Ogni anno il 17 giugno si celebra la Giornata Mondiale della Desertificazione, un’iniziativa voluta dalle Nazioni Unite per accendere i riflettori su una grave emergenza che interessa un miliardo di persone in quasi cento Paesi, tra cui l’Italia. Nel Belpaese infatti, dove il Ministero dell'Ambiente ha lanciato la campagna 100 iniziative contro la siccità e la desertificazione, sono cinque le Regioni interessate da questo problema: la Puglia, la Basilicata, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna.

Il tema dell’edizione 2007 è Desertificazione e cambiamenti climatici – una sfida globale, in quanto è evidente in modo preoccupante come la concomitanza di queste emergenze ambientali si ripercuota direttamente sull’umanità.Crepe di siccità Ogni anno infatti quasi un milione di persone nel mondo è costretta ad abbandonare la propria terra a causa dell’avanzata del deserto, evento che tra poco più di dieci anni assumerà proporzioni enormi, in quanto secondo le stime di Hama Arba Diallo, segretario dell’United Nation Convention to Combat Desertification (UNCCD), 60 milioni di profughi nel 2020 potrebbero spostarsi dalle zone desertificate dell’Africa Sub Sahariana verso il Nord Africa e l’Europa. La minaccia del deserto incombe su un quarto della superficie terrestre, mentre già il 47% delle terre emerse sono diventate zone aride, caratterizzate da carenza di piogge e da alte temperature, a causa delle attività antropiche cha hanno influito pesantemente sul clima, provocando gravi squilibri ambientali.Paesaggio desertico

La zona maggiormente colpita è l’Africa, con il 73% delle terre sottoposte a progressivo degrado ambientale, ma anche l’Italia è gravemente a rischio. Oltre alle regioni già interessate è previsto infatti che nei prossimi 30 anni la Pianura Padana andrà incontro a una crescente desertificazione che determinerà un danno economico stimato intorno ai 20 miliardi di euro, con una riduzione del Pil del 20%. La perdita salirà a circa 30 miliardi nei successivi 20 anni a causa della possibile scomparsa di migliaia di chilometri di coste, con un grave danno per l’azienda del turismo.

Numeri impressionanti che richiedono l’immediato impegno non solo dei governi coinvolti, in quanto è necessario affrontare questa grave emergenza in modo globale, evitando provincialismi ma, soprattutto, la tentazione di chiamarsi fuori perché non (ancora) direttamente coinvolti nel problema. A questo proposito l’UNCCD propone di redigere un protocollo contro la sete, il cui scopo deve essere quello di assicurare a ogni essere umano almeno 45 litri di acqua, quota ritenuta necessaria per la sopravvivenza, garantendo altresì il risparmio e la valorizzazione dell’oro blu, così da evitare terribili conflitti futuri per l’approvvigionamento dell’acqua.Il processo di desertificazione visto dallo Spazio

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