Personaggi

Romolo Quazza (1884 – 1961)

Giunse tardi all’insegnamento universitario. Professore ordinario nel 1939, insegnò prima Storia del Risorgimento, poi Storia moderna nell’Ateneo torinese.

Nato a Mosso Santa Maria (Biella) nel 1884, si laureò nel 1907 con una tesi di argomento medievale elaborata sotto la guida di Pietro Fedele, insegnò per un trentennio nelle scuole medie. Durante il soggiorno a Genova pubblicò (1913) un saggio sulla cattura del cardinale Giulio Alberoni, palesando quell'orientamento storiografico d'impronta politico-diplomatica cui sempre si attenne con lo sguardo rivolto al quadro internazionale e non senza sondare altri settori. Dopo aver valorosamente combattuto nella prima guerra mondiale, riprese l'insegnamento nella nuova sede di Mantova. Gli archivi mantovani gli fornirono un ricchissimo materiale da cui nacquero due importanti opere, Mantova e Monferrato nella politica europea alla vigilia della guerra per la successione, 1624-1627 (1922), e La guerra per la successione di Mantova e del Monferrato, 1628-1631 (2 voll., 1926). Più tardi compose la sintesi Mantova attraverso i secoli (1933). Agli studi su Emanuele Filiberto (1929), su Carlo Emanuele I (1930), su Margherita di Savoia duchessa di Mantova e vice-regina del Portogallo, 1587-1655 (1930), affiancò saggi relativi al periodo risorgimentale.

Trasferito nel 1930 al liceo Cavour di Torino, proseguì alacremente la sua attività di ricerca, dando alle stampe nel 1936 La formazione progressiva dello Stato sabaudo. Dalla contea dei Savoia al regno d'Italia. In questo fortunato libretto si tenne lontano dal sabaudismo-fascismo allora imperante, e contro la mania di rintracciare precursori dell'unità d'Italia prese apertamente posizione nel volume Preponderanze straniere (1938), che ricostruiva con ampiezza di prospettive la storia del nostro paese tra il 1559 e il 1700. Professore incaricato di Storia del Risorgimento presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Torino, poi - dal 1939 - professore ordinario della stessa materia, passò nel 1948 alla cattedra di Storia moderna, che ricoprì fino al suo collocamento fuori ruolo nel 1954. Nel 1950 aveva ripubblicato, con il titolo Preponderanza spagnuola, 1559-1700, e con aggiunte che riguardavano soprattutto la storia economica, il suo lavoro del 1938. Di ben 800 pagine scritte all'insegna dello scrupolo documentario che gli era solito sono i due volumi Pio IX e Massimo d’Azeglio nelle vicende romane del 1847 (1955).

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