Personaggi

Piero Gobetti (19/06/1901 – 15/02/1926)

«Ispiratore di studi storici» più che storico vero e proprio. Condusse un’intransigente battaglia contro il fascismo.

Nato a Torino il 19 giugno 1901, morì a Parigi il 15 febbraio 1926, non ancora venticinquenne. D'ingegno precocissimo, diede vita alla sua prima rivista nel 1918. Nel 1922 si laureò presso la Facoltà di Giurisprudenza discutendo con Gioele Solari una tesi su Alfieri, pubblicata l'anno successivo - non senza riserve da parte del maestro - a spese dell'autore (La filosofia politica di Vittorio Alfieri, 1923). Fondò e diresse tre riviste cui chiamò a collaborare, con un'apertura disponibile ad accogliere esperienze eclettiche, il meglio della cultura italiana: «Energie nuove» (1918-20), «La rivoluzione liberale» (1922-24), «Il Baretti» (1924-28; «Il Baretti» continuò a uscire dopo la morte di Gobetti, avvenuta nel 1926). La più nota di tali riviste è «La rivoluzione liberale», titolo identico a quello del volume del 1924 in cui Gobetti raccolse vari suoi articoli apparsi anche in altri periodici per i quali scriveva. Attraverso la sua attività non soltanto di giornalista, ma anche di editore, condusse un'intransigente battaglia contro il fascismo (sua è l'espressione «antifascismo etico»), da lui collocato nel più vasto quadro della storia d'Italia. Severo il suo giudizio sulle vicende del nostro paese e in particolare sul Risorgimento, a proposito del quale si collegò - rielaborandola - alla prospettiva di Alfredo Oriani (un autore apprezzato da sponde politiche opposte), e nell'ambito del quale valorizzò, oltre a Cavour, figure di sconfitti ed «eretici» (Risorgimento senza eroi, 1926, postumo).

Gobetti e Ada Grande estimatore del gruppo comunista torinese in cui scorse originalità e acutezza di riflessione politica, tenne la rubrica di critica teatrale sul periodico «L'ordine nuovo», fondato nel 1919 da Gramsci, Togliatti e altri. I suoi interessi si estesero alla letteratura e alla storia della Russia (Paradosso dello spirito russo, 1926, postumo). Famosa la sua interpretazione in senso liberale della rivoluzione bolscevica del 1917. Subita un'aggressione squadrista - era la terza - nell'ottobre del 1925, si trasferì a Parigi dove si spense qualche mese dopo.

I suoi scritti sono stati raccolti in tre volumi (Torino, Einaudi, voll. I-II, 1969; vol. III, 1976). Importante la ristampa delle sue riviste (Le riviste di Piero Gobetti, Milano, Feltrinelli, 1961).

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