Nasce a Pinerolo (TO) nel 1854 e muore a Condove (TO) nel 1945. È professore di Geografia nella Facoltà di Lettere dell’Università di Torino dal 1912/13 al 1929/30, dopo aver esercitato la docenza anche negli Atenei di Messina, Palermo e Bologna. In quest’ultima città aveva compiuto parte della sua formazione universitaria, caratterizzata da interessi ugualmente distribuiti tra le scienze fisiche e naturali e le discipline umanistiche; a Bologna è allievo sia di Antonio Pacinotti sia di Giosuè Carducci. Si laurea a Torino in Scienze naturali.
Determinante era già stato l’incontro sui banchi del liceo, frequentato a Udine, con Giovanni Marinelli, che diventerà poi uno dei massimi esponenti della geografia italiana tra Otto e Novecento.
Con Marinelli condivide un’impostazione positivista e darwinista della geografia, teorizzando l’unità della geografia. È così uno degli animatori del dibattito sul metodo geografico e sulla collocazione della geografia tra le scienze, nonché sul suo insegnamento. Ancora come Marinelli, non condivide l’entusiasmo diffuso per la geografia coloniale, ma sostiene la necessità che i geografi producano soprattutto conoscenze sul Paese.
Dopo l’unificazione l’Italia resta ancora infatti un mosaico di entità geografiche mal conosciute da chi lo deve governare. In questa prospettiva sviluppa anche la geografia regionale, alla quale l’editore torinese UTET dedicherà la collana “
Autore di numerose pubblicazioni, pubblica, ancora per i tipi della UTET, un importante