Osservazioni meteorologiche e gli studi di geografia astronomica
Lo stesso Papacino d'Antonj, noto a livello europeo tra i cultori di scienze fisiche e chimiche del suo tempo, frequenta un cenacolo intellettuale animato da Girolamo Tagliazucchi -che fin dal 1729 era stato chiamato a ricoprire la cattedra di eloquenza nell'Ateneo torinese- nel quale si dibattevano anche questioni inerenti le scienze fisiche e matematiche e che era frequentato tra gli altri da Gaspare Tignola e Ignazio Somis.
Quest'ultimo, membro dell'Accademia delle Scienze e professore di medicina all'Università, avvia a Torino i primi rilevamenti meteorologici, registrando due volte al giorno temperatura, pressione atmosferica, stato del cielo; tali osservazioni, conservate in volumi manoscritti nell'Accademia delle Scienze, vengono iniziate nel 1753 e concluse solo alla morte del Somis nel 1787, qualificandosi quindi come una delle prime serie climatologiche estese approntate in Europa. Esse erano probabilmente motivate da interessi che oggi potremmo definire di geografia medica, indirizzate cioè ad indagare con metodo scientifico illuminista le influenze del clima sull'uomo, tematica ricorrente nelle descrizioni geografiche fin dalla geografia degli umanisti, dove vi era trattata però in modo del tutto empirico.
Resta il fatto che con la serie del Somis si inaugurano a Torino le osservazioni meteorologiche: già dal 1787 la Reale Accademia delle Scienze intraprende rilevamenti sistematici, per i quali nel 1802 viene approntata una Specola, dove fin dall'anno seguente si avvia anche la misurazione delle precipitazioni. Ne sarà affidata la direzione ad Antonio Maria Vassalli Eandi, che possiamo considerare l'iniziatore degli studi di meteorologia in Piemonte, autore di numerosi saggi e infaticabile raccoglitore di informazioni meteorologiche grazie alla fitta rete di corrispondenti dell'Accademia nelle province, tra cui il cuneese Giovanni Giuseppe Gallo, i cui trentotto volumi manoscritti di osservazioni meteorologiche compiute tra 1803 e 1840 sono andati perduti. Parte dei dati raccolti da Vassalli Eandi furono utilizzati dallo Schouw per il suo
Papacino fu assiduo frequentatore anche di un altro circolo intellettuale torinese: quello di Francesco Garro, professore di fisica all'Università, che nel convento di S. Francesco da Paola organizzava esperimenti di fisica ed anche, incentivati dall'abate Nollet nel breve soggiorno a Torino in qualità di precettore del principe ereditario, osservazioni e studi di geografia astronomica. Quest'ultima in particolare, centrale nello sviluppo della cultura geografica dalla fine del XVI secolo, vive in Europa tra la seconda metà del XVII secolo e i primi anni del XVIII un momento di vivace dibattito attorno all'affermarsi delle tesi newtoniane, estranee in realtà al cartesiano Garro e all'ambiente accademico torinese fino al 1748, allorché assume la cattedra di fisica sperimentale nell'Ateneo torinese Giambattista Beccaria.