Dossier

La geografia in Piemonte

Le Scuole Teoriche e Pratiche d'Artiglieria

La formazione degli ingegneri topografi dell'Ufficio di Topografia Reale nel corso del secolo XVIII si compie nelle Scuole Teoriche e Pratiche d'Artiglieria, la seconda delle tre istituzioni settecentesche sabaude in cui possiamo rintracciare il fil rouge della pratica geografica pre-accademica. Le Scuole, progettate nel 1736 da Ignazio Bertola, «primo ingegnere del Re», e avviate nel 1739, sono state considerate la fucina di una classe di tecnocrati-scienziati subalpini. È certo che il Bertola ebbe a concepirla come una scuola politecnica militare parallela ed equivalente all'Università. Un luogo dove formare una élite dello Stato non solo militare, ma anche amministrativa. In essa la geografia entra come cartografia, attraverso l'insegnamento della matematica e della geometria, nonché del «disegno di Paesi». Possiamo formarci un’idea delle competenze oggetto d’interesse in questo campo nelle Scuole attraverso le acquisizioni di libri per la biblioteca, dove troviamo significative presenze, e attraverso una serie di dispense manoscritte preparate appositamente per gli allievi.

Già a partire dall’attivazione del primo corso delle Scuole, si pratica l’uso di approntare testi per le lezioni di matematica e geometria, anche in forma di esercizi, probabilmente da affiancare a opere a stampa, secondo una consuetudine diffusa nelle più importanti scuole militari degli Stati europei. Dopo una prima dispensa, preparata nel 1739 probabilmente dal «Maestro di Matematica» Antonio Banzes, coadiuvato forse dal suo sostituto Carlo Andrea Rana, uno dei primi insigniti di patenti da ingegnere topografo, tra il 1745 e il 1752 viene redatto il Direttore Generale negl’Insegnamenti matematici per le Regie Scuole in Torino dell’Artiglieria, e Fortificazione. Il terzo volume di quest’opera contiene i fondamenti della geometria pratica e del rilevamento cartografico, a partire dalla nozione di scala per finire ai principi di funzionamento e uso degli strumenti.

Il successore del Bertola alla direzione delle Scuole, Alessandro Papacino d’Antonj, coordina tra 1756 e 1775 una nuova serie di dispense ad uso degli allievi: si tratta dei manoscritti in sei libri Dell’Architettura Militare per le Regie Scuole d’Artiglieria e Fortificazione, dei quali i libri I e II, opera rispettivamente di Carlo Andrea Rana e di Ignazio Andrea Bozzolino, contengono ulteriori trattazioni inerenti la topografia, specificamente sulla simbologia cartografica e sulla ricognizione topografica di un sito. I manoscritti dell’Architettura Militare saranno oggetto, nonostante il divieto, di copie che circoleranno clandestinamente nelle principali corti europee, fino a quando nel 1778 si autorizzerà la pubblicazione dei volumi, insieme con altre dispense in uso nelle Scuole. Tra queste la Geometria pratica attribuibile a Gaspare Tignola, fondamentale per la formazione dei cartografi, e i Principi di matematica sublime di Luigi Lagrange che nelle Scuole aveva insegnato per qualche tempo e vi aveva redatto –come afferma il Papacino in una sua memoria- «i trattati matematici», coadiuvato da un’altra persona, nella quale è da riconoscere Giovan Battista Celoniato, attivo anche nell’Ufficio Topografico, tra gli ingegneri topografi che realizzano le carte dei boschi.

Lo stesso Papacino d’Antonj è autore di un manoscritto redatto in realtà per il Principe di Piemonte, della cui istruzione militare è incaricato tra 1764 e 1769. Si tratta de La Grande Tactique, opera presente nella biblioteca delle Scuole e rimasta inedita. Tuttavia ebbe notevole circolazione nelle corti europee; tra gli altri, il re del Portogallo ne richiede formalmente una copia per l’educazione del Principe del Brasile. La ragione di tanto interesse risiede nel fatto che il manoscritto non contiene solo qualche nozione da repertorio di tattica militare, ma teorizza anche la «connoissance du Pays», una educazione geografica regionale che coniuga rappresentazione del territorio e «geografia statistica» in una metodologia d’indagine fondata sull’osservazione diretta. Un metodo applicato da Papacino come strumento di «educazione del principe» nella escursione didattica lungo l'arco dei confini alpini dello Stato. Uno studio imposto ad alcuni dei principi reali di cui era maestro, in un confronto continuo tra carta e terreno.

L’Ufficio Topografico e le Scuole Teoriche e Pratiche rappresentano due luoghi di elaborazione di conoscenze geografiche in relazione osmotica tra di loro. Nelle Scuole si formano gli ingegneri topografi che lavoreranno poi nell’Ufficio, dal quale si attingerà all’occorrenza anche il corpo docente per le stesse Scuole. Ad esempio nel 1791 il corso di «disegno di Paesi» sarà affidato a Giuseppe Vincenzo Denisio, uno dei grandi cartografi piemontesi del secolo XVIII, nominato l'anno precedente direttore dell’Ufficio Topografico.

Questi due poli rinviano a un terzo, l’Accademia delle Scienze e prima ancora quella Società Privata Taurinense che ne costituì il nucleo originario. Nella seconda metà del secolo questi tre poli sono in stretta relazione, soprattutto attraverso i Nicolis di Robilant, Saluzzo di Monesiglio, Luigi Lagrange, Casimiro Gabaleone di Salmour, successore di Papacino alla direzione delle Scuole. È sufficiente uno spoglio delle Memorie pubblicate dall'Accademia delle Scienze per trovare tracce molto significative di pratiche geografiche. Su questo versante, lo spettro dei problemi geografici trattati si fa più ampio e si ricollega anche ad alcuni ambienti dell’Università.

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