Dossier

La Psicologia come disciplina in Piemonte

Le due anime della psicologia

Cambridge 1898 Le contraddizioni che minavano la nascente psicologia torinese non ne impedirono tuttavia un più che dignitoso decollo. Al di là dell’adesione al pensiero filosofico di Wundt, con l’istituzione di una cattedra autonoma di psicologia sperimentale (sia pure all’interno di una facoltà umanistica), ma soprattutto grazie alla formazione scientifica di Kiesow, si stava formando a Torino una scuola che si presentava improntata allo sperimentalismo tedesco. Strenuo sostenitore dell’autonomia della psicologia scientifica, Kiesow propugnava un metodo basato sull’esperimento psichico, che si prefiggeva di riprodurre quello impiegato con successo nel corso delle indagini fisiologiche, fisico-chimiche e istologiche. In particolare, la «dottrina dell’energia specifica dei nervi», introdotta da Johannes Müller a metà Ottocento, da lui ribattezzata «dottrina della funzione specifica degli organi di senso», diventava la chiave interpretativa di tutta la sua ricerca. Secondo la dottrina dell’energia nervosa specifica, ogni organo di senso o fibra sensoriale evocherebbero una sensazione specifica, sia sotto l’eccitazione dello stimolo appropriato, sia sotto l’effetto di uno stimolo artificiale, quale una scossa elettrica. Alla fine del secolo questo principio fu inteso come significante che un organo o fibra sensoriale trasmette un cambiamento peculiare allo stimolo, di fatto una forma specifica di attività nervosa. Probabilmente questo non rientrava negli intenti originali di Müller, il quale ammetteva di non sapere se le differenti energie dei nervi sensoriali fossero intrinseche in essi o in parti del cervello e del midollo a cui convergono. Alla fine del secolo, sotto la guida di Mosso, Kiesow era partito da ricerche nelle quali il metodo sperimentale serviva a «studiare i sentimenti semplici». Ma i suoi studi a poco a poco si erano ampliati fino ad abbracciare l’arco delle sensazioni, con particolare riferimento agli effetti degli anestetici locali e alla cosiddetta sensibilità di differenza, per passare poi alla rilevazione dei tempi di reazione e dei rapporti tra la differenti sensazioni, fino alle illusioni ottico-geometriche, e alle disposizioni eidetiche. Ma il quadro teorico in cui queste indagini erano sorte e si stavano sviluppando non era mutato da quello che fin dalla prima metà del secolo aveva imposto di trovare una soluzione al problema delle sensazioni. Queste dovevano esser intese non già come trasmissione alla coscienza di uno stato o qualità del corpo esterno, bensì come lo stato o la qualità di un nervo sensoriale in quanto prodotti da una causa estrinseca, alla luce del fatto che qualità e stati variano nei differenti nervi sensoriali. Come osservava Edgar Adrian, lo studio degli organi sensoriali era lasciato o all’anatomia o alla psicologia. Relativamente alla psicologia erano stati compiuti progressi considerevoli nel correlare stimoli a sensazioni, ma il metodo psicologico lasciava inesplorata la parte più interessante del territorio, e cioè il gap tra due eventi di questo tipo: spingere un ago nel dito e avvertire una sensazione dolorosa nella coscienza. Di per sé, concludeva Adrian, il metodo psicologico non potrà dir nulla intorno a questi fatti, riguardanti nervi e cervello, che restano di pertinenza fisiologica.

Rivista diretta da E. Morselli Almeno fino agli anni Trenta il «wundtismo» di Kiesow avrebbe segnato l’impostazione della scuola torinese. In particolare, da parte della cultura torinese non venne mai a mancare un interesse genuino per temi e problemi generati dall’intersezione tra i diversi ambiti del sapere scientifico, nei quali faceva capolino anche la psicologia. A conferma di questa crescente attenzione è lo sviluppo della stampa periodica. A partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento, importanti riviste di antropologia e di biologia sorte a Torino cominciarono a ospitare numerosi articoli e interventi di psicologia. Tra queste vanno ricordati il bimestrale «Archivio di psichiatria, antropologia animale e scienze penali», fondato nel 1880 da Cesare Lombroso in collaborazione con il magistrato Raffaele Garofalo, che negli ultimi anni dell’Ottocento pubblicò diversi lavori di psicologia; la «Rivista di filosofia scientifica», fondata a Torino da Enrico Morselli nel 1881, che contribuì a divulgare l’evoluzionismo in Italia grazie ai contributi di Giovanni Canestrini e di Filippo De Filippi; e le «Archives italiennes de biologie», periodico fondato e diretto da Mosso con sede a Torino (1892-1935). In ambito editoriale fu significativa l’influenza dello stesso Kiesow il quale, oltre a essere traduttore di testi e manuali della psicologia tedesca, poteva vantare rapporti internazionali con i più importanti laboratori europei, oltre che con la scuola psicologica di Lipsia.

Ma il carattere sperimentale della psicologia torinese traspare soprattutto dall’impostazione dell’«Archivio italiano di Psicologia», che Kiesow aveva fondato a Torino nel 1919 insieme con Agostino Gemelli, per dirigerlo praticamente da solo entro breve tempo.

Golgi visto da Bizzozero Formatosi nell’ambito dell’insegnamento neurofisiologico di Camillo Golgi a Pavia,

dopo l’incontro con Kiesow, Gemelli si era dedicato interamente alla psicologia. Fondamentali a questo riguardo erano stati gli anni trascorsi nei laboratori in Germania, a Würzburg con Oswald Külpe, a Bonn e a Monaco. Dopo queste prime esperienze condivise con Kiesow, tuttavia, le strade dei due psicologi subirono una brusca deviazione. Il distacco di Gemelli non fu però soltanto la conseguenza di un impegno sempre più gravoso a Milano, avendo egli fondato l’Istituto di psicologia sperimentale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di cui era rettore. In realtà, Gemelli cominciava a prendere le distanze dal wundtismo per abbracciare un indirizzo filosofico di stampo neotomistico che avrebbe conferito un’impostazione spiritualistica al suo orientamento. Lontano dallo sperimentalismo di Kiesow, Gemelli avrebbe fornito contributi finalizzati più a una visione “onnicomprensiva” della psicologia che non a un approfondimento sul piano non solo sperimentale, ma anche clinico o applicativo.

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