Dossier

La geografia in Piemonte

L'esplorazione geografica nel XIX secolo

Carta degli Stati di S. M. Sarda in terraferma 1841 Il viaggio scientifico, pur venandosi talvolta di romanticismo, ha una continuità nel secolo XIX: valga per tutti il Voyage en Sardaigne, ou description statistique, physique et politique de cette Ile (1826) e la relativa carta di Alberto Ferrero della Marmora. L'esplorazione geografica si rivelerà attrattiva per molti piemontesi per tutto il secolo e ancora oltre, con motivazioni, mete e modelli di descrizione via via cangianti in relazione al mutare del clima politico. L'interesse per «l'altrove» non fu sollecitato solo più tardi dal colonialismo. Fin dalla metà del secolo si coniugano spesso interessi di espansione commerciale nei paesi extraeuropei con interessi scientifici; è ad esempio noto il caso di Alexandre Vaudey e del gruppo di Savoiardi che percorrono il Sudan allo scopo di attivare un commercio dell'avorio; Vaudey, nominato console a Khartoum dal governo che intendeva sostenere l'iniziativa economica, con i nipoti Ambroise e Jules Poncet organizza una spedizione alla ricerca delle sorgenti del Nilo, uno dei problemi geografici che più affascinavano la società del tempo, inclusa evidentemente anche quella subalpina se nel 1863 i Proceedings della Royal Geographical Society di Londra pubblica una lettera con la quale Massimo d'Azeglio comunica che il re Vittorio Emanuele, non trascurando i progressi della scienza ovunque si manifestassero, offriva due medaglie d'oro ai Capitani Speke e Grant, arrivati al lago Victoria, «en apprenant les découvertes relatives aux sources du Nil».

Frontespizio Dizionaria Casalis L'accumularsi di conoscenze geografiche impone anche la loro sistematizzazione; il Dizionario geografico-storico-statistico commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna di Goffredo Casalis, compilato tra 1833 e 1856 grazie ad una fitta rete di informatori locali, ha in realtà radici profonde nella cultura illuminista e nel suo enciclopedismo che, ancora dopo la Restaurazione, si manifesta anche mediante la produzione di dizionari topografici, di cui quello del Casalis è solo l'esempio più noto: il loro ruolo è quello di costruire repertori esaustivi dei luoghi, ordinando per ciascuno tutte le informazioni di geografia fisica, politica, amministrativa, economica, demografica, storica. Essi nascono, insieme con le enciclopedie e le grammatiche geografiche, già nel Settecento per rispondere al bisogno di classificare e ordinare le conoscenze geografiche: possiamo considerarli un tentativo di sistematica geografica, in cui tra l'altro si cimenterà anche la geografia accademica successiva cercando di costruire lo schema intellettuale di una geografia universale come sistema di conoscenza. È solo un caso se l'ultimo volume del Dizionario del Casalis è dato alle stampe lo stesso anno in cui la geografia entra nell'Ateneo torinese.

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