Dossier

L'astronomia a Torino dal Settecento al Novecento

Il periodo di Plana

Plana, matematico e meccanico celeste, fu una delle maggiori personalità dell’Ateneo del suo tempo e dell’astronomia torinese di sempre. I suoi insegnamenti della matematica e dell’astronomia erano all’altezza delle migliori Università d’Europa. Fu anche il vero fondatore dell’Osservatorio come istituzione scientifica: per esso ottenne dalla Corte una dotazione annua e una nuova sede. Nel 1818 la dotazione della Specola appare per la prima volta come voce specifica all’interno del bilancio dell’Accademia. Proprio in quegli anni vi era stata una disputa tra l’Università e l’Accademia in merito all’effettiva proprietà della Specola e del Museo di Storia Naturale che entrambe reclamavano. Il Re decise infine che la Specola dipendesse dall’Accademia e il Museo dall’Università. Il bilancio annuale per la gestione della Specola fu fissato in 3.000 Lire. Oltre agli stipendi del personale, con tale somma si poterono acquistare vari nuovi strumenti osservativi, un circolo meridiano, un circolo moltiplicatore, un equatoriale. Nel 1822 la dotazione crebbe fino a 10.000 Lire. Su pressanti richieste del Plana, il Re Vittorio Emanuele I nel 1820 infine

«a ordonné que le nouvel Observatoire fût bâti, a ses frais, sur une des quatre Tours ancienne situées aux angles du Palais du Château Royal qu’on voit, isolé, au milieu de la Place dite du Castello»(Memorie della Reale Accademia delle Scienze di Torino, vol. 32, p. IX, 1828).

Reale osservatorio astronomico sopra i tetti di Palazzo Madama

La scelta del sito a Palazzo Madama nel centro della città non apparve molto felice per il nuovo Osservatorio; lo stesso Barone de Zach, estimatore e protettore di Plana, espresse perplessità. L’opera di adattamento delle cupole sul tetto di Palazzo Madama fu comunque condotta speditamente e si concluse già nel 1822. Il circolo meridiano fu posto al centro della nuova Specola tra due colonne di marmo con il riferimento verso sud costituito da una colonna di mattoni sormontata da un parallelepipedo di marmo con un foro di 19 cm posto su un vecchio muro di cinta del borgo di Cavoretto.

Plana ottenne che l’Osservatorio continuasse a esser amministrato dall’Accademia; compilò nel gennaio 1823 una dettagliata lista di tutti gli strumenti trasferiti, che sono, nella maggior parte, attualmente conservati nel Museo dell’Osservatorio nella sede di Pino Torinese.

Cannocchiale

L’attività scientifica del Plana fu molto ricca. Si occupò di prospezioni geografiche, partecipando al progetto di prospezione geografica della superficie terrestre con triangolazioni sul territorio del Piemonte che congiunsero quelle di Francia e Austria. Fu matematico, ma si occupò anche di fisica e di magnetismo. Per quanto riguarda l’astronomia intraprese una serie di osservazioni di passaggi stellari per la determinazione del tempo e delle longitudini, coadiuvato dall’astronomo aggiunto Pietro Capelli, i cui risultati furono pubblicati sulle Memorie dell’Accademia e fatte circolare presso tutti gli osservatori europei. Ma fu soprattutto un astronomo teorico: intraprese lo studio del problema dell’interazione gravitazionale a molti corpi per interpretare il moto della Luna sotto l’influenza non solo della Terra, ma anche del Sole e degli altri pianeti. Era un problema molto importante all’epoca per provare la validità della meccanica newtoniana, tanto che l’Accademia delle Scienze francese, su proposta di Laplace, stabilì un premio per chi fosse riuscito a ottenere la miglior teoria. La Téorie du Mouvement de la Lune, opera maggiore del Plana (1832) Tale premio fu vinto da Plana con un lavoro che poi completò in un’opera in tre volumi, la Théorie du mouvement de la Lune, la cui pubblicazione nel 1832 fu sostenuta con fondi dell’Accademia. Propose anche all’Accademia la costruzione di un Osservatorio magnetico al Real Palazzo detto del Valentino per studiare gli effetti della forza magnetica terrestre; il progetto, nonostante i pareri favorevoli dell’Accademia, non venne tuttavia mai avviato per mancanza di fondi.

Nel 1848, alla costituzione della Facoltà di Scienze dell’Università, Plana assunse gli insegnamenti dell’Astronomia e dell’Analisi infinitesimale che mantenne fino alla scomparsa. L’insegnamento dell’Astronomia divenne nel 1862 uno dei corsi fondamentali per la laurea in Matematiche pure. Assommando nella sua persona la Direzione dell’Osservatorio e la cattedra di Astronomia, Plana si trovò al centro della perdurante controversia politica e finanziaria tra Accademia e Università, in quanto le decisioni regie del 1813 prevedevano che l’Università versasse una quota delle proprie dotazioni per il mantenimento degli strumenti e dei diritti patrimoniali dell’Osservatorio. Inoltre il Palazzo dell’Accademia ospitava il Museo di Storia Naturale e il Museo di Mineralogia, che dipendevano dall’Università. L’Università era in forte arretrato nel pagare le somme dovute all’Accademia.

Sul recupero dei crediti dall’Università Plana si batté come Presidente dell’Accademia, carica alla quale fu eletto nel 1852. L’Università riteneva di non dover più versare le quote essendo stati i suoi patrimoni astronomici trasferiti interamente all’Accademia. Ma dal verbale del Consiglio di Amministrazione dell’Accademia del 13 agosto 1852 venne chiarito come i fondi dell’Accademia dovessero essere forniti da enti diversi (Azienda delle Finanze, Università, Azienda dell’Interno, Ministero della Pubblica Istruzione) e gli strumenti da essi mantenuti, pur non implicando dipendenza alcuna dell’Accademia da tali enti. E ciò si applicava quindi anche alla Specola.

Negli ultimi anni di vita Plana cercò anche di ottenere fondi per il ripristino degli strumenti invecchiati dopo anni di utilizzo, ma non ne ebbe il tempo. Egli morì nel 1864 all’età di 83 anni, concludendo il periodo della Specola presso l’Accademia. Infatti, nel 1861, a conclusione della Seconda Guerra d’Indipendenza, Torino era diventata la capitale del Regno d’Italia e Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia, dovette affrontare un’omogenea riorganizzazione delle istituzioni di insegnamento superiore e di ricerca di tutto il Paese.

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