Dossier

La biologia animale

Il contributo dei piccoli musei naturalistici

Non si possono non menzionare i contributi offerti da piccoli Musei naturalistici al progresso della biologia animale, contributi spesso modesti, ma sempre non trascurabili. Essi curarono la raccolta e la conservazione di materiale di studio, d’interesse locale o di varie regioni della Terra, difficilmente reperibile in altre istituzioni, e lo posero a disposizione degli studiosi. Si è trattato di musei privati o anche civici di alcune città del Piemonte (tra le altre Novara, Vercelli, Bra, Pinerolo) o di musei legati ad ordini religiosi missionari.

Tra i primi merita un cenno particolare il Museo di storia naturale Craveri (ora civico) fondato ufficialmente nel 1843, anno in cui Angelo Craveri fece ampliare la propria casa in Bra per contenere le collezioni di reperti naturalistici di vari paesi americani raccolti dai figli Federico ed Ettore. Furono loro infatti che arricchirono il museo viaggiando in molti paesi europei e dell’america dove raccolsero, tra il 1840 e il 1859, una grande quantità di materiale poi studiato ed esposto a Bra. Nel 1884 morì Ettore e, nel 1890, Federico. Due giorni dopo gli eredi donarono il Museo al Comune.

Tra i musei legati a Ordini religiosi va ricordato quello “Etnografico e di Scienze naturali” delle Missioni della Consolata, ideato nel 1901 dal fondatore di quest’Ordine, Don Giuseppe Allamano (1851-1926) con finalità di carattere culturale e scientifico e a difesa delle culture locali.

Quello di storia naturale “Don Bosco” con sede presso l’Istituto Salesiano di Valsalice fu inaugurato nel 1879 e arricchito nel tempo di pregevoli materiali di studio, tra gli altri ornitologico ed entomologico.

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