Dossier

La mineralogia in Piemonte e il contributo dell'Accademia delle Scienze

Dall'inizio del XVIII sec. al 1840

L'Accademia delle Scienze di Torino nella seconda metà del XVIII secolo ha dato un contributo diretto e molto importante allo sviluppo delle scienze mineralogiche: non va infatti dimenticato che un primo nucleo delle attuali collezioni di minerali e rocce dell'Università di Torino si costituì proprio in questa Accademia grazie all'apporto di collezioni private di alcuni Soci fra cui vanno ricordati Carlo Lodovico Morozzo di Bianzé, Presidente dell'Accademia dal 1788 al 1801, Carlo Antonio Galeani Napione di Cocconato, Benedetto Costanzo Bonvicino, Raimondo San Martino di San Germano. E nel 1798 il Presidente dell'Accademia affidò a Stefano Borson l'incarico, reso ufficiale dal 10 gennaio 1799, di separare e classificare quella parte del Museo di Scienze Naturali dell'Accademia che conservava fossili e minerali.

Calcopirite Nel 1795 il Borson si era recato a Roma e qui entrò in amicizia con il cardinale Stefano Borgia, che gli affidò l'incarico di ordinare il suo museo di Velletri, ricco di antichità e di oggetti naturali; il risultato di questo lavoro fu illustrato in una lettera indirizzata a Carlo Allioni e poi data alle stampe.

Nel 1801, quando il Museo dell'Accademia delle Scienze venne fuso con il Museo di Storia Naturale dell'Università, fondato da Carlo Emanuele III, il compito del Borson si allargò, poiché si aggiunsero le collezioni che attorno alla metà del XVIII secolo vennero dal Re donate all'Università.

Nel 1805 il Museo di storia naturale dell'Accademia delle Scienze passava per decreto imperiale all'Università di Torino, il cui rettore, P. Balbo, diede forte impulso a tutte le attività di studio e di ricerca. Il Borson provvide ad arricchire la collezione con ricerche personali sulle Alpi piemontesi, con scambi con l'estero e con acquisti; si imponeva pertanto la necessità di effettuare un riordinamento delle collezioni. D'altra parte il notevole progresso compiuto dalla mineralogia e dalle scienze affini richiedeva una nuova classificazione, che il Borson eseguì secondo il metodo proposto da Alexandre Brongniart. Frutto di questo intenso lavoro fu la pubblicazione dell'importante opera Catalogue raisonné du Musée de Histoire naturelle de l'Académie de Turin. Partie minéralogique, edita nel 1811 a Torino.

Catalogo ragionato di S. Borson Nel 1830, in seguito all'ampliamento del Museo, pubblicò, sempre a Torino, un nuovo Catalogue raisonné de la collection minéralogique du Musée d'Histoire naturelle. I campioni descritti sono 9866, oltre tre volte quelli elencati nel catalogo del 1811: questo dà un'idea della mole e della importanza del lavoro eseguito dal Borson, il quale vi attese da solo: soltanto verso la fine del 1828 ebbe quale assistente Angelo Sismonda.

Dal 1801 il Borson aveva tenuto un corso privato annuale di mineralogia, divenuto pubblico nel 1810, quando fu nominato professore alla nuova cattedra di mineralogia istituita all'Università di Torino, ufficio che egli tenne fino alla morte avvenuta nel 1832.

Suggerimenti