Dossier

La biologia animale

Alceste Arcangeli: verso la Zoologia moderna degli anni '50

Solo nel 1930, con l’arrivo di Alceste Arcangeli dall’Università di Bari, la situazione accademica e scientifica della Zoologia si stabilizzò. Alceste Arcangeli (1880-1965) restò fino al 1950 titolare della cattedra di Zoologia, separata ufficialmente dall’Anatomia comparata già dal 1924. Egli fu un sistematico riconosciuto a livello mondiale come specialista dei crostacei isopodi e come tale portò nuove conoscenze relativamente alla fauna italiana e alle faune del Congo, delle Canarie e di Madera, del Brasile. La sua ricerca non fu solo descrittiva, come quella di gran parte degli zoologi che lo hanno preceduto. Fu sostenitore della sperimentazione in biologia e tra i primi in Italia a comprendere l’importanza della Genetica,che introdusse nell’insegnamento della Zoologia, inserendosi nelle correnti scientifiche del suo tempo. A livello italiano fu tra i pionieri nelle moderne ricerche sullo sviluppo dei gameti, sulla determinazione del sesso, sull’origine del gonocorismo e della partenogenesi, sulla variabilità sessuale degli animali ermafroditi, ricerche che sarebbero state successivamente riprese da Guido Bacci (1912-1980) su animali marini, quando nel 1963, come titolare della cattedra di Zoologia, venne a rinnovare profondamente la ricerca zoologica torinese, trasformandola in «zoologia di laboratorio».

Leo Pardi Sotto la direzione di Alceste Arcangeli lavorò come assistente di Zoologia, dal 1933 al 1952, Enrico Tortonese, che si occupò attivamente del Museo di Zoologia di Torino (trasferito nel 1936 da palazzo Carignano alla sede del S. Giovanni vecchio, in via Accademia Albertina), arricchendo la collezione di pesci, di cui era specialista. Esperto anche di Echinodermi, si dedicò soprattutto a ricerche di biologia marina e zoogeografia.

Il lungo ciclo ventennale di Arcangeli si chiuse con l’arrivo a Torino, nel 1952, di Leo Pardi (1915-1990), il padre dell’Etologia italiana; egli, lavorando sui rapporti gerarchici nelle vespe e sull’orientamento astronomico dei crostacei litorali, impostò, sulla scia dei grandi etologi tedeschi, la ricerca etologica torinese a livello sperimentale, con rigoroso controllo statistico.

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